Page 470 - 1992 - XVIII Congresso Internazionale di Storia Militare
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a costruire con la F.atica e il sudore il Mondo Nuovo: Belgio, Paesi scandinavi, Sviz-
zera, Aumia, Polonia, Romania, Ungheria, Bulgaria, Turchia, Israele, senza di-
mencicare coloro che per motivi concingenci mancano oggi all'appello, dall'Europa
all'Africa ma che sono srati con noi negli scorsi anni e che certamente saranno di
nuovo con noi nei Colloqui futuri.
Turco ciò non srupisce: quanti anni sono ormai che noi ci incontriamo nei
Paesi più diversi da ogni pane del mondo! Quanti anni sono che abbiamo dimeSti·
cheua fra di noi, che ci sentiamo umri da amicizia e stima, che lavoriamo insieme
su questo immenso e grandioso tema della scoria miJimre! In simili momenti ci
sentiamo rutti cittadini di quella repubblica ideale che unisce e affratella gli studio·
si di là dalle frontiere, unica isola, forse, sopravvissuta dell'universalismo rinasci·
memale, di là e di sopra delle divergenze, sovente meschine rra popoli e nazioni.
Così scudiosi di rami Paesi si sono uniti per ridiscuc.ere il significato militare
di quell'evento che, come ebbi a dire nella mia introduzione, murò il mondo. Da
qui nasceranno gli Arei del XVLII Colloquio: un volume cioè che incende consegna·
re agli anni futuri una serie di scudi fondamentali- i vostri - onde trarre il bi·
lancio scorico-milirarc della scopcrra colombiana e delle sue conseguenze. lo tal modo,
avremo veramente dato un contributo degno a questo cinquecemenario che troppi
hanno creduto di poter celebrare con manifestazioni. vuote le quali valgono nulla
perché nulla lasceranno in eredità,
È stato bene incontrarsi qui a Torino nel cinquecentesimo anno da!l'in1zio
dell'età moderna, è stato bene discutere e medicare insieme sui problemi enormi
da essa suscitati, è srato bene dare il nostro piccolo comribuco a migliorare il mon·
do, perché comprendendolo meglio, lo si migliora.
Se vogliamo ora, dopo Guicciardini, con cui abbiamo cominciato questo ra·
pido esame, terminare con un altro grande italiano, Giambattista Vico, possiamo
dire che voi qui avete contribuito a scrivere un capitolo di quella scoria ideale in
cui si riassume lo sforzo deU'uomo per comprendere meglio la sua vicenda; avere
cioè beo adempiuto il vostro dovere di storici che è di capire il mondo per vivere
io esso in maniera più umana, più civile, più degna della comune nanua che ci unisce.