Page 469 - 1992 - XVIII Congresso Internazionale di Storia Militare
P. 469

81LASOO l)fl. COl\'VEGNO                                 4 3~
       nuove nazioni nel Nuovo Mondo e dall'integrarsi tra loro dell'Europa e degli aJcri
       continenti.
           U globalismo. È giunco il momento di affrontare questo tema e di discuterne,
       di chiarire i problemi che sono sraci  sollevari, di stabilire a  fondo  perché mai  la
       presente  epoca si  può definire appunto quella  del  globalismo.
           Globo significa sfera; e  la sfera  di cui si  parla è questa nos~ra Terra. questo
       misero atomo proiettato a velocità vertiginosa nell'universo in direzione di un de·
       stino oscuro.
           Sir Basi l LiddeU Ha.rt, nella sua fondamentale opera Defonc~ of rhe W m , osser·
       va che in  ructa l'epoca da noi studiata, in  cuna quella di cui noi  in questo Collo·
       quio abbiamo dibattuto, cioè dalla scoperta dell'America sino alla fine della seconda
       guerra mondiale inclusa, i problemi strategici del mondo potevano venire studiati
       su un planisfero. Rimanevano, a  nord e a  sud, due zone pressoché interdette allo
       scratega ed al combauente: quelle polari. Nello stesso tempo i residui della vecchia
       srraregia a zone ancora permanevano: ma il globalismo,  posro in marcia da rutta
       la carena di eventi che voi  avere descritto, proseguiva la  sua marda inesorabile.
       L'avventO dell'era missilistica e nucleare significa che i razzi a lunga gittata posso·
       no agevolmente sorvolare i poli mentre i sonomarini a propulsione nucleare posso·
       no navigare senza problemi sorro la calorra di ghiaccio. Non è più possibile studiare
       i problemi strategici su un planisfero: occorre un mappamondo. Questa è l'ultima
       conseguenza militare della scoperta del Nuovo Mondo; e già l'era spaziale sra svi·
       luppandosi.
           Ma  basca con questo argomento:  rorniamo ai quesiti  aperti ed ai problemi
       posti dal nosuo Colloquio. Il simbolo fo(se  più imporrante della vastità degli inte·
       ressi suscitata dal rema che abbiamo posto è stato a mio avviso La  presenza di una
       deleguione cinese. Come l'Italia, la Cina è un  paese di antichissima e scraordina·
       ria civiltà; come I'Iralia essa, in seguito all'avvento dell'eta industriale è stata og·
       getto di aaacchi, di. mutilazioni, di aggressioni; come l'Italia, la Cina ha combattuto
       con successo per conquistare di nuovo il  proprio prestigio nel mondo. La delega·
       zione cinese ha già srabilico proficui rapporti di collaborazione con il  Comiré de
       Bibliographie, fondato dall'indimenticabile Daniel Reichel e diretto ora dal briga·
       diere Langenberger. Noi ci auguriamo che alloro ritorno in Patria gli amici cinesi
       mantengano relazioni permanenti sia con LI  Comité lnternational d'Hisroi.re Mili·
       raire Comparée sia con La  nostra Società di Storia Mìlicare che per p t ima ha stabili-
       to il  collegamemo con essi.  Accamo ai  cinesi, gli  amici giapponesi, già  vererani
       dei Colloqui internazionali; la loro presenza è stata particolarmente apprezzata CO·
       me quelle di nutrite delegazioni dagli Stati Uniti, dal Canada, dal Brasi.le accanto
       a quelle del Vecchio Mondo: dalla Spagna, che armò le navi di Colombo e gli dene
       i  marinai,  al  Portogallo,  pioniere dell'epoca delle scoperte;  dalla  Gran  Bretagna
       alla Franc.ia, all'Olanda, alla Svezia, alla Russia, nazioni tutte che dettero concribu·
       ci  sosranziali al grande crogiolo da cui sarebbero nari,  nella  prima  fase  della  loro
       scoria, i popoli delle Americhe moderne, a cucci  quei paesi i cui figli contribuirono
   464   465   466   467   468   469   470   471   472   473   474