Page 195 - 79 D.C. Rotta su Pompei - La prima operazione di protezione civile
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Lo scheletro di Plinio                                  gici, che dimostravano trattarsi di un medico; è da rimar-
                                                                       care che in questo luogo fu ritrovata un grosso bracciale
                 In prosecuzione della pubblicazione sugli scavi archeo-  (armilla) di circa 25 centimetri di diametro in foggia sem-
               logici che io ho intrapreso a Bottaro (presso Torre Annun-  pre di serpente attorcigliato, non ché una testa di leone.
               ziata), intitolata Precisazioni storiche sugli scavi effettuati   La posizione esatta dei cadaveri e degli oggetti non po-
               dal sig. ingegnere Gennaro Matrone sul sito dell’antico bor-  tette essere fotografata a causa dell’acqua che invadedeva
               go marinaro di Pompei, ho reputato necessario la presen-  la base degli scavi nelle quale gli scheletri erano immersi.
               te pubblicazione, finalizzata a far luce su di una disputa   Solo lo scheletro del vegliardo aveva la testa ed il torace
               archeologica di notevole interesse, allo scopo di fugare le   fuori dall’acqua, in una posiziona reclinata con la testa in
               obiezioni che ha generato.                              alto ed i piedi più in basso.
                                                                         Sul pilastro, fuori dal livello dell’acqua, apparve un gra-
                 Il 20 Settembre 1900, alla presenza degli operai, i fratelli   fito con la parola Naute.
               Agostino e Generoso Fioretti, figli di Giovanni di Bosco-  Nella direzione nord, a due metri di distanza di questo
               trecase; Giuseppe Matrone di Giuseppe di Bottaro; Pietro   gruppo, si rinvennero le ossa di un gigante, di 2 metri e 10
               Coraggio, originario di Boscoreale; Vincenzo di Pietro e   centimetri di altezza, con una grossa lanterna di bronzo in
               Luigi Sorrentino d’Alfonso; Sabato Izzo, tutti e tre di Bo-  mano a forma di testa di cavallo.
               scoreale; Gaetano Esposito di Rocco di Bottaro ed altri;   Nel corso di questi ritrovamenti, non mancai di rende-
               delle due guardie sorveglianti gli scavi, Pasquale Sullo e   re noti agli ufficiali  dell’amministrazione  dei Musei  che
               Angelo Russo, numerosi scheletri furono rinvenuti sotto   quello scheletro del vegliardo poteva appartenere ad un
               una lunga tettoia o calcidico.                          cospicuo personaggio; quei signori non compresero però
                 Uno di essi apparve in una posizione più elevata, era sdra-  l’importanza né si occuparono più del ritrovamento.
               iato, con la testa appoggiata a uno dei pilastri del colcidico.  Stando così le cose, io maturai la convinzione che si trat-
                 Questo scheletro era di un anziano, disteso sul dorso,   tasse, e poteva esserlo, di un qualche magistrato di Pompei,e
               con la testa, quasi interamente nella cenere indurita, al di   l’amministrazione non dimostrò alcun interesse a questi sca-
               sotto del lapillo. Portava intorno al collo una collana d’oro   vi, al punto di non chiedere neppure la pulizia del gladio
               di 75 maglie in tre giri del peso di 400 grammi; sulle ossa di   coperto di fango indurito, e non riscontrando alcuna impor-
               ciascun braccio un bracciale (armille) d’oro rappresentati   tanza scientifica, mi lasciò libero di disporre degli oggetti
               due vipere maschio e femmina in tre spire, con un peso   ritrovati per cui abbandonai anch’io l’idea che quello schele-
               complessivo di 665 grammi; alle dita della mano destra   tro potesse essere di un grande personaggio e non parlai più;
               portava tre anelli in oro massiccio dei quali uno pesava 36   io ho conservato il cranio di quello scheletro come ricordo
               grammi, a forma di serpenti che si affrontano: al suo fianco   di tutti gli oggetti che egli mi aveva donato, e le ossa furono
               stava un gladio (parazonio) ed una brocca d’argilla; non   sepolte nuovamente all’angolo di un vicino muro.
               recava con alcuna moneta di qualsiasi tipo.               L’anno seguente, ripresi gli scavi verso nord del sito,
                 Il cranio era interamente nello strato di cenere indurita,   ed a tre o quattro metri di distanza dal quel gruppo di
               mentre il resto dello scheletro nella cenere e nel lapillo.  scheletri, sotto la tettoia del calcidico, rinvenni i resti di
                 A poca distanza ed intorno a questo scheletro, in dire-  una lettiga, con le estremità delle stanghe di bronzo, un
               zione sud, si rinvennero parecchi altri scheletri dei quali un   busto di  Minerva su  base  quadrata che sembrava  aver
               certo numero portava dei bracciali (armille) ai polsi, quasi   ornato la testata della lettiga e dei pezzi di bronzo vero-
               tutti a forma di serpente,nonché diverse collane delle quali   similmente destinati a fungere da sostegno per le sue ta-
               alcune ai fianchi; avevano pure delle argenterie da tavola;   vole quando poggiate a terra. Un altro busto di Minerva
               uno tra loro portava una sacchetta piena di monete d’oro,   fissato pure al legno fu rinvenuto in una camera adiacen-
               altri invece dei sacchetti di monete d’argento o di bronzo.  te il calcidico, indicata nella planimetria con la lettera a
                 Presso di loro, si rinvenne uno scheletro con dei tubi di   in mezzo alle ossa.
               bronzo contenenti dei medicinali e degli strumenti chirur-  Non è senza interesse ricordare che i lapilli s’innalzava-
                                                                       no fino a 3,15 metri dei quali 1,90 metri sotto l’acqua che
                                                                       invade ad oggi il pavimento; lo strato di cenere indurita era
               Nella pagina a fianco: statua in bronzo di Ercole rinvenuta durante
               gli scavi dell’ing. Matrone. Opera ellenistica di pregevole fattura, fu   di 1,35 metri in mezzo a quella di lapilli; lo strato di terra
               acquistata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove è at-  vegetale sopra quello di cenere era di 0,70 metri, per un
               tualmente esposta con l’etichetta “Ercole Matrone”.     totale ad oggi di metri 5,20.




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