Page 25 - Atti del primo convegno nazionale di storia militare - Roma 17-19 marzo 1969
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L'Amm. Sq. Giuseppe  FIORAVANZO, .Prdldente del  Convegno,  nel  daTe  inizio  •i  lovorl
          prende la parola  per  porgere  il suo saluto al  part<'cipantl:

             Comincio  esprimendo  un  sentimento  e  non  un  ragionamento,  perché
         i  sentimenti, rome  Voi  sapete,  sono  i  motori  delle  azioni  umane,  mentre  i
         ragionamenti  servono  per  guidare  gli  uomini  mentre  agiscono.
             Qual'è  il sentimento  che  voglio  esprimere?  Quale  a  nome  di  tutti  i
         militari  presenti  (anche  se  non  li  ho  consultati  in  proposito)?  Essi  non
         sanno  che  cosa  d~rò in  loro  nome.  Il Prof.  Ghisalberti  ba  prima  parlato
         a  nome  dei  «laici»,  io  invece  parlerò  a  nome  dei  « clerici »,  e  cioè:  noi
         militari ci consideriamo di fronte a  Voi,  maestri, come volenterosi dilettanti,
         i  quali  facendo  Wlla  professione  che  non  ha  niente  a che fare  con  la  storill,
         ma  che  però  contribuisce  a  fare  la  Storia,  si  sentono  onorati  di  essere  a
         contano con storici  veri  e  propti,  Storici  con  la  esse  maiuscola.
             E  con  questo  stato d'animo  vi  guardo  e  vi  rispetto.  Noi  ci  sentiamo
         come da allievi  a  maestri,  non da  allievi  protestatari  e  contestatori  natural-
         mente,  ma  come  allievi  cbe  vogliono  imparare  da  Voi  qualcbe  cosa  di
         utile  per  perfezionare  la  storiografia  mi.litare.
             E'  quindi  con  questo  sentimento  che  io  a  nome  dei  rnieì  colleghi  qui
         presenti  srabilìsco  un  contano  significativo  fra  Voi  e  noi,  perché  la  comu·
         nione  spirituale  vale  più  che  la  comunione  delle  sole  imelligenze.
             L'intelligenza  è  fredda;  è  invece  l'animo,  lo  spirito,  il cuore  che  crea
         la  confidenza  fra  gli  uomini.
             Detto  questo,  entriamo  negli  argomenti  che  sono  previsti  nel  nostro
         programma.
             Voglio  però  prima  aggiungere  un'altra  cosa:  che  il  mondo  si  trova
         attualmente  in  una  fase  di  passaggio  da  una  certa  concezione  della  vita
         collettiva  ad  una  nuova  concezione  della  vita  collettiva,  che  non  sappiamo
         ancora  quali  sbocchi  avrà.  E'  quindi  estremamente  importante  questa
         comunione  d'intenti  fra  studiosi  e  pensatori  laici  e  pensatori  e  studiosi
         militari  dilettanti,  in una fase  storica  in cui  le forze  umane  sono  chiamate
         a  costituire  quello  che  si  chiama  il potenziale  politico-sociale,  di  cui  il
         potenziale  bellico  è  WlJI  parte  inscindibile  dal  tutto.
             E'  necessario,  forse,  studiare  una  specie  di  dottrina  collettiva  che
         fonda,  sempre meglio,  insieme gli  orien.ramenti  e gli  uomini  elle si  dedicano
         al  mestiere  delle  armi  con  quelli  che  si  dedicano  al  mestiere  di  provocare
         le  guerre,  che sono  i  politici.  Questa  è  una  batwta  che  può  non  essere
         pubblicata;  ad ogni  modo  è  vera,  perché  è  la  politica  che  domina  e  deve
         dominare.

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