Page 54 - Le Forze Armate. Dalla scelta repubblicana alla partecipazione atlantica - Atti 27 novembre 1997
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Motorizzato, per il quale egli lasciò cadere il distintivo con lo scudo sabaudo, e
poi del Corpo Italiano di Liberazione. Dalla primavera 1944 i proclami alle trup-
pe non si concludevano più con il tradizionale Viva il Re! Comprensibilmente le
Forze Armate si apprestavano a servire la Patria qualunque fosse H suo assetto
istituzionale, così come lo Stato Maggiore tedesco, per salvare l'esercito, non
aveva esitato nel1918 a separare le sue sorti da quelle del supremo signore del-
la guerra, il Kaiser.
Lo stesso generale Raffaele Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito
dal 4 luglio 1945 al 31 gennaio 1947, pur votando per la monarchia, mantenne
l'esercito rigomsamente neutrale nella contesa istituzionale e nei giorni cruciali
dopo il referendum fu garante del suo non intervento. In un proclama alla vigi-
lia delle votazioni Cadorna sottolineò che l'Esercito rispondeva "ad una su-
prema esigenza di vita e di continuità della nazione" e che i militari avevano il
dovere di restare alloro "posto in obbedienza". qualunque fosse l'esito del re-
ferendum istituzionale. Del resto le condizioni morali e materiali dell'esercito non
avrebbero probabilmente consentito altro atteggiamento: "Lo stato d'animo de-
gli ufficiali è vario: - confidò Cadorna a De Gasperi il 9 giugno 1946 - sono pre-
valentemente monarchici, ma scossi per infinite cause e soprattutto dalla
indiscriminata campagna condotta contro di loro dai partiti e dalle difficoltà del-
la vita materiale". Il 12 giugno Cadorna assicurò l'alto commissario britannico a
Roma Sir Noel Charles che l'Esercito non avrebbe compiuto azioni di forza ed
invitò il Re, in mancanza di un accordo con il governo, a lasciare l'Italia per evi-
tare una guerra civile Cl 6 ).
Più schierata per la monarchia era stata la Regia Marina, come dimostra-
rono molti episodi durante e dopo la cobelligeranza cm. A proposito di una riu-
nione del 27 luglio 1946 Cadorna riferiva ClB): "L'Amm. Accoretti [Sottocapo di
Stato Maggiore della Marinal...accenna alla crisi esistente dopo il 2 giugno. I ca-
pì se si presentano sulle navi rischiano di essere male accolti da parte degli equi-
paggi che rinfacciano loro di non aver dimissionato dopo la proclamazione della
Repubblica", commentando "(Io penso che ciò è conseguenza di passioni che es-
si stessi hanno scatenato!)". Peraltro l'ammiraglio Raffaele de Courten, capo di
Stato Maggiore e ministro della Marina, che nel periodo precedente al referen-
dum aveva avuto la "sensazione precisa di essere un "vigilato speciale' da par-
te del Governo" 09), afferma nelle sue memorie che "nella Marina le reazioni al
risultato del Referendum furono praticamente nulle", forse per giustificare il suo
·comportamento simile a quello di Cadorna, che gli costò le critiche dei monar-
chici più intransigenti, soprattutto per la sua mancata dissociazione dalla di-
chiarazione con la quale il governo nella notte tra il 12 ed il 13 giugno decretò
illegalmente che il presidente del consiglio De Gasperi assumesse le funzioni
di Capo dello Stato, senza attendere la proclamazione ufficiale dei risultati del
referendum. Egli stesso ammetterà nelle memorie di aver forse sbagliato in
quella occasione.