Page 52 - Le Forze Armate. Dalla scelta repubblicana alla partecipazione atlantica - Atti 27 novembre 1997
P. 52
40 MASSIMO DE LEONARDIS
chiamano pageantry, un termine traducibile solo imperfettamente con le espres-
sioni sfarzo, pompa, che colpiva soprattutto chi serviva lo Stato in divisa: era
naturale che il militare si sentisse più legato ad un "militare con decorazioni", il
Re, che ad una "una specie di notaio in redingote", il presidente, come si è
espresso uno scrittore spagnolo < 6 ). Una divisa che poi, per l'Esercito, non era più,
già dal 1944, il tradizionale grigioverde carico di glorie e di ricordi: le nuove unifor-
mi ricordavano quelle dei vincitori; gli "ultimi in grigioverde" erano stati i solda-
ti della illegittima Repubblica Sociale Italiana.
Nello Statuto albertino i militari avevano avuto un ruolo costituzionalmente
garantito (''Gli Ufficiali Generali di terra e di mare" erano una delle categorie tra ··
le quali scegliere i Senatori del Regno elencate nell'art. 33) e nei governi dell'Italia
monarchica molti erano stati gli ufficiali generali ed ammiragli nominati non so-
lo alla guida dei dicasteri militari (da essi pressoché monopolizzati) ma anche
ministri degli esteri e presidenti del consiglio. Così non era più nella nuova co-
stituzione repubblicana e solo nel1995 un generale in congedo, l'ex capo di Stato
Maggiore ciella Difesa Domenico Cordone, ritornò, non senza qualche polemi-
ca, al vertice del ministero della difesa in un governo "tecnico". Erano mutati
"peso e rango del potere militare, che la forma repubblicana e poi l'integrazio-
ne atlantica resero di fatto acefalo sul piano politico e autoreferenziale sul pia-
no amministrativo" m.
La nuova repubblica si vanterà di essere "nata dalla Resistenza", termine con
il quale si intende riferirsi ai soli partigiani, il che costituiva una doppia forzatu-
ra, perché la "Resistenza" non era stata solo quella dei partigiani, e comunque tra
questi ultimi moltissimi erano stati i militari ed i monarchici (B). Nel nuovo siste-
ma politico si registrava la netta prevalenza di tre partiti di massa, democristiani,
comunisti e socialisti, estranei alla tradizione risorgimentale e nel cui universo di
valori avevano grande rilievo il pacifismo e l'antimilitarismo, autenticamente sen-
titi od opportunistici. La strumentale contrapposizione dei partigiani ai militari ha
valorizzato l'aspetto volontaristico della difesa della Patria, contribuendo a disso-
ciare il rapporto del cittadino dallo Stato, soggettivizzandolo. "Si gettavano così,
forse involontariamente e forse no, le basi per il riconoscimento del diritto sog-
gettivo del cittadino nello stabilire il suo servizio allo Stato" C9), aprendo le porte
all'obiezione di coscienza, che si presentò come problema già nel 1949.
È di Renzo De Felice l'osservazione, riferita al periodo della cobelligeran-
za, che "Se si riprendono in mano i diari, la memorialistica politica del tempo ...
non si può non notare come ... non vi appare il problema dell'esercito, salvo i
casi nei quali esso è prospettato come un pericolo (perché regio) o una sorta
di residuato del fascismo" ClO)_ In una relazione della fine di maggio del 1945
sullo spirito del 68° reggimento fanteria Legnano o n, una unità che non si era
sbandata 1'8 settembre ed aveva fatto tutta la campagna d'Italia, il comandante,
Colonnello Edmondo De Renzi, che nel 1954, da generale, entrerà a Trieste