Page 54 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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             delle  guerre  napoleoniche.  Dopo  la  distruzione  della  vecchia  Repubblica  mari-
             nara  di  Venezia  da  parte  di  Napoleone  e  dopo  il  conseguente  trattato  eli  pace
             di  Campoformido nel  1797 tra  Francia e Austria,  eel  infine dopo il Congresso eli
             Vienna  del  1815  l'Imperatore  d'Austria,  in  cambio  di  altri  possedimenti,  ereditò
             ciò  che era rimasto del territorio,  della città, del porto e della Marina eli  Venezia.
             Incluso  anche  l'intera  costa  Adriatica  della  Dalmazia,  i suoi  porti  e  ciò  che  ri-
             maneva  elella  Marina veneta-napoleonica,  le  sue navi  ed il personale.
                  L'Austria,  uscita  dalle  guerre  napoleoniche,  ed  il  governo  eli  Vienna  non
             erano,  tuttavia,  né  mentalmente né per capacità personali,  preparati per queste
             nuove  prospettive  navali.  La  conseguenza  fu  che  i  comandanti  in  capo  della
             nuova Marina  austriaca  non erano ufficiali di  marina nati austriaci,  ma il primo
             fu  un francese  realista,  quindi un ufficiale  di  marina  nato nelle Fiandre austria-
             che,  ed  infine,  dal  1824  al  1844  un  italiano,  il  vice-ammiraglio  Amilcare  mar-
             chese Paulucci  delle Roncole.
                  L'amministrazione centrale della  nuova Marina austriaca era gestita nell'am-
             bito del potente Ministero della Guerra di Vienna attraverso una cosiddetta Sezione
             di  Marina,  un piccolo  dipartimento,  che era  dominato  dagli  strapotenti feldma-
             rescialli  e  generali  del  forte  Esercito  austriaco.  La  Marina  austriaca  era  general-
             mente considerata un'utile appendice delle forze terrestri.  Nessuna meraviglia se
             la  Sezione  di  Marina  non poté  creare una  reale  comprensione ed interesse  per
             la  nuova  Marina,  né  nell'ambito  del  Ministero  né  in  pubblico.  La  carriera  pro-
             fessionale  di  un  ufficiale  di  marina  non  era  considerata  ambita  nei  circoli  cliri-
             genti austriaci, così come nell'opinione pubblica e quasi nessuno aveva comprensione
             di  una Marina  considerata "esotica",  esistente molto  lontano.
                  Questa situazione  determinò  il  fatto  che  la  Marina  austriaca,  la  cui  base
             era  nel  porto di Venezia,  rimase carica  di  una sovrastante tradizione  navale di
             "venezianità" .
                 Essa  era guidata  da  un  comandante  italiano,  era composta  principalmente
             di  veneziani,  solo  una  piccola  parte  era  costituita  da croati  della  Dalmazia  e  di
             pochissimi  austriaci.  Ciò  conseguì  pertanto  la  formazione  di  uno strano  corpo
             navale  austro-veneziano,  in  accordo  ai  biografi  di  quel  tempo.  Si  disse  che  in
             questa  Marina  austro-veneziana,  le  tradizioni  veneziane  ed  il  desiderio  di  una
             perfetta amministrazione delle navi contava tutto, gli affari militari contavano po-
             co  e  le  disposizioni  del  governo  austriaco  contavano  nulla.  Questo  comporta-
             mento era accentuato  elal  fatto  che la  trionfante politica di pace di  Metternich in
             Europa  non  portò  al  confronto  della  Marina  austriaca  con  i maggiori  eventi  di
             guerra ed anzi  ciò  creò  un clima  di  la~'Satzj(;ltre in  tutti  i gradi.
                  Il  Ministero  della  Guerra  a  Vienna,  in  occasione  di  una  approfondita  in-
             chiesta, dichiarò pertanto molto giustamente che la Marina dell'Imperatore d'Austria
             non era  una  marina  austriaca,  ma  in  verità  veneziana.  La  relazione  della  stessa
             inchiesta  affermava  che  nel  famoso  arsenale,  centro delle costruzioni navali  della
             Marina  austro-veneziana, dilagava una grande corruzione. Era  usuale,  ad esempio,
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