Page 16 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             dei vertici militari italiani e delle loro capacità gestionali. Invece esso si rivelò un
             grande successo per il nostro paese grazie soprattutto a Vittorio Emanuele III che
             aveva voluto essere presente di persona e che, prima dell’incontro, aveva detto
             a Orlando e Sonnino che avrebbe voluto essere lui, proprio lui, a esporre i fatti
             nella cruda realtà. Nelle sue memorie Lloyd George avrebbe, in seguito, scritto
             di essere rimasto impressionato dalla «grande forza d’animo» mostrata dal Re e
             avrebbe aggiunto: «In un momento in cui il suo paese e la sua corona erano in
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             gioco, non diede alcun segno di timore e di depressione» .
                Dal punto di vista militare, come è noto, l’apporto degli alleati  fu
             sostanzialmente  quello  già  deciso  a Rapallo:  sei divisioni  francesi  e quattro
             inglesi che, di fatto, sarebbero entrate in azione soltanto nel dicembre del 1917
             sul Grappa.
                Il convegno di Peschiera segnò dunque una svolta nella conduzione della
             guerra. Una svolta, militare ma non solo militare, che avrebbe portato, l’anno
             successivo, alla battaglia decisiva di Vittorio Veneto e alla conclusione vittoriosa
             della guerra. Una guerra che, pur con tutti i suoi costi e con i sacrifici enormi
             che comportò, fu davvero la conclusione del Risorgimento. Lo fu, al di là degli
             ampliamenti territoriali, anche come evento – e mi piace conclude con questa
             osservazione – che finì per consolidare l’identità nazionale.

























             12  David Lloyd George, War Memoirs, IV, Ivor Nicholson & Watson, London, 1934, p. 2325.
                Il passaggio, spesso erroneamente citato, è il seguente: «Upstairs we met the King of Italy.
                Phisically he is not a commanding figure but I was impressed by the clam fortitude he showed
                on an occasion when his country and his throne were in jeopardy. He exhibited no signs of fear
                or depression. His sole anxiety seemed to be remove any impression that his Army had run
                away. He was full of excuses but not of apologies for his retreat». Nelle pagine seguenti Lloyd
                Geroge riportò il processo verbale della discussione per il suo interesse storico.
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