Page 12 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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12 il 1917. l’anno della svolta
che, dal punto di vista dei rapporti fra potere civile e potere militare, si chiuse un
lungo ciclo storico fatto di incomprensioni e di scollamento e, dal punto di vista
dei rapporti dell’Italia con gli alleati, si aprì un nuovo periodo nel quale all’Italia,
pur sconfitta e in crisi, venne data una apertura di credito che si sarebbe rivelata
decisiva.
A determinare una inversione di rotta così importante che avrebbe
inciso profondamente sulla condotta della guerra, sulla guerra stessa, sul
governo, sul morale della popolazione civile e dei combattenti fu il Convegno
di Peschiera dell’8 novembre 1917, troppo spesso sottaciuto o messo in ombra
dalla storiografia, e dove emerse un’insospettata e, forse, insospettabile capacità
dialettica e diplomatica di Vittorio Emanuele III che di quell’evento fu il
protagonista principale.
In realtà, per tutta la durata della guerra, il Re volle essere presente al
fronte – nella trincea o nei posti di osservazione, nelle corsie degli ospedali da
campo o negli attendamenti –, soldato tra i soldati, per confortare gli animi,
esortare le forze, testimoniare la vicinanza dell’Italia, a cominciare dal Re, a
chi per essa combatteva e si sacrificava. Come ha osservato Gioacchino Volpe,
Vittorio Emanuele III «si fece soldato, si fece popolo, e non per sentimentalità
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ma per intima, virile partecipazione ai dolori e agli sforzi della nazione» .
Diventò, così e dunque, il Re della vittoria, amato dai soldati, dai suoi soldati,
come testimoniano le pagine diaristiche del marchese Vittorio Solaro del Borgo
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all’epoca suo stretto collaboratore . E come sottolinea anche la più recente
storiografia internazionale, a cominciare dal volume biografico su Vittorio
Emanuele III di Frédéric Le Moal che sottolinea come, proprio in quel frangente
così drammatico, il Re avesse superato quella sua «fragilità psicologica», che lo
aveva fatto piangere come un uomo disperato e affranto dal dolore davanti a un
evento che sembrava rimettere in discussione la sua stessa politica di intervento
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nel conflitto e l’onore stesso della sua casata . Per tutto il periodo bellico Vittorio
Emanuele, insomma, dopo aver affidato la luogotenenza generale allo zio
Tommaso Duca di Genova, condivise la sorte dei combattenti, convinto che le
armi italiane avrebbero trionfato. Fu, sempre lui, lo ribadisco, il protagonista
principale e l’animatore, dopo il disastro di Caporetto, della resistenza e della
vittoria sulla linea del Piave.
Caporetto è stata una delle pagine della storia nazionale italiana che ha
suscitato fiumi di polemiche troppo spesso frutto di aspri pregiudizi ideologici,
che hanno nuociuto sia alla verità storia sia a una corretta memoria storica, come
6 Gioacchino Volpe, Vittorio Emanuele III, Ispi, Milano, 1939, p. 111
7 Vittorio Solaro Del Borgo, Giornate di guerra del Re soldato, Mondadori, Milano, 1931
8 Cfr. Frédéric Le Moal, Victor-Emmanuel III. Un roi face à Mussolini, Perrin, Paris, 2015, p.
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