Page 272 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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                                             Figura 22

                Altre fotografie inquadrano i civili nelle lunghe trafile dei profughi, le donne
             impegnate nello scavo e preparazione delle trincee, quelle che si occupano dei
             rifornimenti, le cosiddette “portatrici carniche”, quelle che preparano gli scalda-
             rancio per le truppe al fronte. Alcune documentano i civili impiccati come spie,
             i processi per tradimento e la successiva fucilazione del condannato. (fig.22, 23)
                A queste immagini, destinate a un uso pubblico e spesso cedute dall’esercito
             a ditte private che si occupano della loro commercializzazione, si aggiungono le
             fotografie personali che i soldati portano con sé e quelle che a volte sono solo
             fotografie che si desidererebbe ricevere dalle madrine di guerra di cui si ha già
             un’immagine mentale nell’attesa e nella speranza che l’immagine, che forse ar-
             riverà, corrisponda a quella intima e sognata.
                Un discorso a parte merita il tema dell’infanzia.
                «Bambini  e  bambine  vengono  letteralmente  arruolati  nell’immaginario  di
             guerra (o meglio del “tempo di guerra” perché non sempre la guerra è evocata in
             maniera esplicita anche se si intravede la sua presenza come sfondo e contesto)
                                                                           27
             con funzioni di primo piano, più o meno in ogni paese belligerante».  (fig.24,
             25)

             27  Antonio Gibelli, Il popolo bambino. Infanzia e nazione dalla Grande guerra a Salò, Torino,
                Enaudi, 2005, p 123.
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