Page 15 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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Introduzione e apertura dei lavori 13
costretti a vincere. Fu una guerra combattuta offensivamente su uno dei terreni
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più difficili di tutta la guerra europea: il Carso, le montagne, senza adeguate fer-
rovie nelle retrovie, quasi sempre in contropendenza. I militari italiani dovettero
combattere una guerra industriale con alle spalle un Paese non ancora industriale
e con una popolazione poco unita e poco convinta della guerra. Inoltre, nell’ot-
tobre 1917, i militari italiani dovettero far fronte alla perdita di gran parte dei ma-
gazzini, degli armamenti e dei soldati, nonché di una parte importante del
territorio nazionale.
Alla fine, però, la vittoria arrivò. L’Esercito Italiano fu l’unico esercito che
batté sul campo quel che rimaneva dell’esercito avversario. Anche se non fu una
smagliante vittoria napoleonica, Vittorio Veneto arrivò. E la vittoria del giovane
Regno d’Italia venne assieme alla caduta di quattro imperi europei. È difficile im-
maginarlo oggi, ma l’Italia del 1919 era la terza potenza d’Europa (se si esclude
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l’URSS) prima della Germania. Nel 1933, con la Germania di Hitler in piedi, era
la quarta.
Una domanda è decisiva: corrispondeva quella posizione politica a una potenza
economica e militare? La risposta non sarebbe positiva.
Ma, a parte questa domanda, con la realtà sopra decritta, è comprensibile che
i militari (o gli italiani) potessero pensare (illudersi) che la pace sarebbe stata facile,
dopo una guerra così difficile.
Ma fu, la pace, facile?
Il contesto
Il contesto del dopoguerra italiano fu tutt’altro che facile. I militari italiani do-
vettero affrontare difficoltà politiche interne, difficoltà politiche internazionali,
difficoltà economiche, difficoltà (o novità) più propriamente militari. E dovettero
affrontare tutto questo, come abbiamo visto, fronteggiando ulteriori difficoltà.
Dovettero fronteggiare dapprima un’instabilità politica eccezionale, seguita da
un’apparente stabilità, ma in un contesto del tutto inedito: un regime totalitario.
A livello politico interno, fra novembre 1918 e ottobre 1922, l’Italia conobbe
cinque governi e dieci ministri della Guerra. Un’asperrima conflittualità sociale
6 LABANCA, N., La guerre de montagne: le front italo-autrichien et les autres fronts européens,
in LAFON, A. (a cura di), Les batailles de 1916. Sorbonne Université Presses, Paris 2018, p.
173-190.
7 DI NOLFO, E., Storia delle relazioni internazionali 1918-1992. Laterza, Roma-Bari 1994.