Page 102 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo



                                              Ciancimino , Assessore ai lavori pubblici del Comune di Palermo in combutta con
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                                              il Sindaco, Salvo Lima , che si concretizzò nel cd. «sacco di Palermo» . L’azione
                                              di contrasto che svolgerà poi da Comandante della Legione Carabinieri di Palermo,
                                              dal 1966 al 1973, di cui parleremo diffusamente più avanti, contribuirà notevolmente
                                              ad incrementare l’entità di tale conto. Ai tanti che si sono cimentati nell’analisi del
                                              perché, nel settembre 1982, dopo poco più di 120 giorni da Prefetto di Palermo, Cosa
                                              Nostra abbia sentito la necessità di eliminare il Gen. dalla Chiesa, che in fondo non
                                              sarebbe ancora riuscito a porre in essere concrete attività di contrasto alle cosche
                                              palermitane, vale la pena di ricordare che i corleonesi di Leggio, Riina e Provenza-
                                              no, in quel periodo all’assalto del Vertice della Cupola, non avevano bisogno di altri
                                              elementi per valutare la pericolosità del Prefetto dalla Chiesa che avevano imparato
                                              a conoscere a loro spese, sin dal 1949-1950.
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                                              16  Nato a Corleone il 2 aprile 1924, durante il periodo in cui fu Assessore ai lavori pubblici, il
                                              Comune di Palermo rilasciò 4.000 licenze edilizie, di cui 1.600 furono intestate a tre prestanome,
                                              un muratore, un fabbro e un venditore di carbone. Nel 1961, il costruttore Girolamo Moncada,
                                              legato al boss mafioso Michele Cavataio, aveva ottenuto in soli 8 giorni licenze edilizie per nu-
                                              merosi edifici in viale Lazio e via Cilea, mentre il fratello Salvatore, anch’egli costruttore legato al
                                              boss Angelo La Barbera, riuscì a ottenere licenze edilizie per costruire su terreni destinati a verde
                                              pubblico. Anche il costruttore Francesco Vassallo, genero di Giuseppe Messina, capomafia della
                                              borgata di Tommaso Natale, riuscì a costruire numerosi edifici nonostante violassero le clausole
                                              dei progetti e delle licenze edilizie.
                                              17  Nato a Palermo il 23 gennaio 1928, è stato Consigliere comunale e Assessore ai Lavori Pubblici
                                              di Palermo, nelle file della Democrazia Cristiana facente capo al deputato e più volte ministro
                                              Giovanni Gioia, dal 1956 al 1958, quando, alla morte del Sindaco Luciano Maugeri, gli subentrò
                                              lasciando l’assessorato al Consigliere comunale Vito Ciancimino.
                                              18  In un rapporto inviato il 15 gennaio 1971 alla Commissione Parlamentare Antimafia (V Le-
                                              gislatura dal 5 giugno 1968 al 24 maggio 1972) su Vito Ciancimino e le sue relazioni con le
                                              organizzazioni mafiose, trasmesso dalla Legione Carabinieri di Palermo, comandata dal Col.
                                              Carlo Alberto dalla Chiesa il 15 gennaio 1971, poi ineditamente e indebitamente «rielaborata»
                                              dalla stessa Commissione (stralci), si legge che: «Il periodo in cui Ciancimino resse l’Assesso-
                                              rato ai LL.PP., coincise con quello dello studio e dell’attuazione di uno strumento urbanistico
                                              (P.R.G.), definito da molti professionisti locali come un volgare piano parcellare di utilizzazione
                                              ad uso e consumo dei singoli proprietari, in antitesi ad un principio di urbanizzazione razionale
                                              e moderna. Fu quello il periodo in cui si crearono le premesse perché lo sfruttamento di molte
                                              aree edificabili da parte di bene organizzate e note famiglie mafiose si traducesse nell’avvio ad
                                              una serie di gravi fatti di sangue, quale conclusione dello scatenarsi di ampi conflitti tra interessi
                                              ed influenze di opposte consorterie delinquenziali. Dall’esame amministrativo di detto periodo,
                                              condotto da una Commissione di inchiesta nominata dalla Presidenza della Regione e presieduta
                                              dal Prefetto Bevivino, nacque nel 1963 un rapporto, poi passato alla Magistratura, dal cui contesto,
                                              tuttavia, né il nome del Ciancimino, né quello di altri personaggi (fossero essi politici o funzionari
                                              o soltanto impiegati presso i vari uffici comunali) giunsero a emergere. Proprio in quel periodo,
                                              comunque, si fa risalire l’ulteriore e sensibile fortuna economica acquisita dal Ciancimino» (tratto
                                              dal volume “Carlo Alberto dalla Chiesa - In nome del popolo italiano”, autobiografia a cura di
                                              Nando dalla Chiesa, Rizzoli 1977.
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