Page 98 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo



                                              intimidazioni», senza mai disporre però di procedere a carico di coloro che, illecita-
                                              mente, avrebbero posto in essere tali pressioni e intimidazioni.



                                              5.  L’OMICIDO DEL CAPO MAFIA MICHELE NAVARRA


                                              L’ampia libertà di azione e la protezione accordata dal Navarra, consentirono a Lu-
                                              ciano Leggio di assurgere a posizioni di primo piano, a tal punto che, nel tempo, la
                                              natura prepotente e ambiziosa e la sete di potere e di più forti guadagni lo portarono
                                              inevitabilmente a volersi sostituire al suo stesso capo e «padrino».
                                              Nel 1956 veniva costituita in Corleone, in contrada Piano di Scala, una società armen-
                                              tizia per l’allevamento di ovini e bovini fra i mafiosi Di Carlo Angelo, Leggio Francesco
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                                              bro più influente, anche se il suo nome non appariva nella società e al suo posto figurava
                                              suo padre Francesco Paolo. Poiché Di Carlo Angelo, che aveva sopportato il maggior
                                              onere finanziario, non era in grado di effettuare un costante e vigile controllo sull’attività
                                              sociale, essendo residente a Palermo, ne approfittò Luciano Leggio che gradualmente
                                              e scaltramente finì per impedirgli qualsiasi ingerenza nell’azienda, diventando così il
                                              padrone (con il fido gregario Leoluca) di tutti i beni sociali. Tale predominio consentì
                                              al Leggio di garantirsi quella fonte di guadagno che egli fin dall’inizio si era ripromesso
                                              e cioè la macellazione clandestina del bestiame rubato e il successivo avvio ai mercati
                                              di Palermo, ciò che praticamente non era possibile fare nel bosco della Ficuzza, ove
                                              il fidato amico e protettore del Navarra, Catanzaro Vincenzo, non glielo avrebbe
                                              consentito. Piano di Scala diventò così il centro delle operazioni della cosca che ormai
                                              faceva capo a Luciano Leggio e alla quale affluivano i proventi dei numerosi episodi di
                                              abigeato di tutto il corleonese. Non contento di avere neutralizzato il Di Carlo, il Leggio,
                                              imbaldanzito dal successo e forse equivocando sul significato della prudente attesa del
                                              Navarra, passò all’azione anche contro uno dei suoi più fedeli luogotenenti, Vintaloro
                                              Angelo. Costui aveva acquistato 40 salme  di terreno a Piano di Scala, confinanti con
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                                              le terre della società armentizia e con le disponibilità di un «baglio» in comune. Aveva
                                              fatto ciò secondo la migliore tradizione mafiosa, chiedendo, cioè, prima dell’acquisto
                                              e in ossequio alla regola di rispetto verso gli «amici» confinanti, se nulla essi avessero
                                              in contrario; nessuna obiezione venne sollevata e l’acquisto fu così perfezionato. Ma
                                              poco dopo ebbero inizio da parte del Leggio una serie di danneggiamenti e di azioni
                                              di disturbo, ai danni del Vintaloro, tali da impedirgli ogni cura per le terre acquistate.
                                              Piano di Scala divenne, verso il 1957-1958, dominio incontrastato di Luciano Leggio,
                                              e dei suoi gregari, fra i quali spiccavano Bagarella Calogero, Provenzano Giovanni,
                                              Riina Giacomo e Roffino Giuseppe. Il Vintaloro dovette subire anche l’onta del furto
                                              di un fucile e di 7 quintali di formaggio, da imputarsi senza ombra di dubbio al gruppo
                                              Leggio.
                                              Tali prepotenze e angherie nei confronti di un vecchio amico del Navarra non potevano
                                              evidentemente lasciare indifferente il «capo», al quale non erano sfuggiti gli atteggiamenti
                                              di sprezzo, indipendenza e tracotanza assunti da colui che, fino a poco tempo prima, era
                                              stato ossequiente e rispettoso e che, per quanto aggressivo, violento e spavaldo, altro non
                                              era e doveva considerarsi che un gregario dell’associazione. Era, perciò, inevitabile che da
                                              parte di Michele Navarra si corresse ai ripari con l’unico rimedio possibile e concepibile:
                                              la eliminazione dell’irrequieto e insubordinato Luciano Leggio. Forse egli sarà stato anche



                                              13  Secondo la definizione del Dizionario Treccani, «unità di misura di capacità per aridi, usata
                                              in Italia e particolarmente in Sicilia, dove la salma legale equivaleva a circa 275,089 litri, prima
                                              dell’adozione del sistema metrico decimale; anche, unità di misura per superficie equivalente a
                                              circa 17,462 mq2 […]».
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