Page 93 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il comando del Gruppo Squadriglie Carabinieri di Corleone
Ciò perché, secondo i giudici di appello, non potevano considerarsi attendibili le con-
fessioni stragiudiziali del Criscione e del Collura, poi ritrattate dinanzi al Magistrato,
anche per le «insistenti pressioni» che si doveva «fondatamente pensare» fossero state
attuate dagli inquirenti perchè non poteva darsi soverchia fede al riconoscimento dei
resti effettuato dai parenti del Rizzotto e non potevano ritenersi univoche le cause
prospettate a movente dell’assassinio. Il ricorso che il Pubblico Ministero proponeva
in Cassazione veniva rigettato in data 26 maggio 1961, tredici anni dopo il fatto, e
la sentenza diveniva così definitiva.
Il grave episodio della scomparsa del sindacalista Rizzotto, che le voci di popolo
attribuivano al Navarra e al Leggio in concorso tra loro, l’esigenza di non deludere
un’opinione pubblica che nel corleonese era giunta, dopo alcuni anni di violenze, di
sopraffazioni, di intimidazioni mafiose, a uno stadio ormai insopportabile di terrore
e di esasperazione, indussero le Autorità di Pubblica Sicurezza – indipendentemente 89
dall’esito delle indagini in corso – a proporre i due per il confino di polizia: ciò avven-
ne in data 12 novembre 1948 per il Navarra, riconosciuto socialmente pericoloso e
assegnato per un periodo di cinque anni a Gioiosa Jonica (da cui faceva però ritorno
dopo pochi mesi a seguito di riforma del provvedimento) e, in data 28 novembre
1948, per il Leggio. Costui però non si presentava alla Commissione provinciale per
il confino, ove era stato convocato per la seduta del 15 novembre 1948, e restava
anche in seguito irreperibile.
È degno di citazione il fatto che il difensore del Leggio nel processo Rizzotto, avvocato
Dino Canzoneri, Deputato regionale, nella seduta del 23 agosto 1963 dell’Assemblea
Regionale Siciliana, nel corso di un acceso dibattito circa l’accusa che gli si adde-
bitava di aver avuto a Corleone numerosissimi voti di preferenza per una presunta
attività elettorale promossa dal Leggio a suo favore, pubblicamente dichiarava che
«il Leggio in passato era stato accusato e perseguitato giudiziariamente dai comu-
nisti, i quali evidentemente per consolarsi della assoluzione subita, perché era stata
dimostrata calunniosa la loro accusa per la scomparsa di un sindacalista di sinistra,
hanno bisogno di fare del Leggio Luciano un democristiano, anzi addirittura un
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propagandista democristiano» .
3. LA VITA IN CASERMA
Nonostante l’intensità delle attività operative che il Capitano dalla Chiesa imprimeva
al Personale dipendente, non mancavano momenti di allegria e di spensieratezza che
l’Ufficiale sapeva cogliere ogni qual volta possibile. Sin dalle prime battute della sua
vita nell’Arma dei Carabinieri, il Cap. dalla Chiesa lascia intravedere le sue elevatis-
sime qualità di leadership che caratterizzeranno l’intero corso della sua carriera. La
documentazione fotografica rinvenuta lascia intendere che diversi erano i momenti
conviviali evidentemente volti a rendere più lieve la vita dei suoi Carabinieri in una
località a quei tempi certamente disagiata, sia per la sua collocazione geografica e
9 Non vi è dubbio che la costituzione dell’Antimafia, la sua semplice presenza nella vita politica,
la stessa azione repressiva – che tanto spesso però è stata usata in direzione sbagliata – iniziata
dopo la strage di Ciaculli, hanno indebolito il prestigio della mafia. Le inchieste condotte dalla
Commissione nei più diversi campi di attività hanno intimorito molti uomini politici, ammini-
stratori e pubblici funzionari e li hanno resi più cauti nei loro rapporti con la mafia. Prima del
1963 molti mafiosi ostentavano i loro rapporti con gli uomini politici e gli amministratori locali.
Il quotidiano «l’Unità» di sabato 18 maggio 1974 riporta un articolo dal titolo: Liggio? Un galan-
tuomo e un fervente anticomunista che, nell’illustrare lo spessore criminale nel frattempo raggiunto da
Luciano Leggio, cita le dichiarazioni rilasciate dal Deputato Regionale, Avv. Dino Canzoneri,
nell’estate 1963.