Page 81 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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                ALFONSO MANZO                         SQUADRIGLIE CARABINIERI DI CORLEONE






                                              1.  L’INCONTRO CON LA MAFIA CORLEONESE                                             77

                                              La Corleone ove il giovane Capitano Carlo Alberto dalla Chiesa giunge volonta-
                                              rio, il 3 settembre 1949, si trova al centro di un vastissimo territorio in prevalenza
                                              riarso e collinoso, caratterizzato da ampie aree boschive quali quelle della Ficuzza
                                              di Godrano e quelle di Santa Maria di Bisacquino, il cui accesso era reso difficile
                                              per la presenza di notevoli rilievi montuosi, sovrastati dalla nuda e selvaggia Rocca
                                              Busambra. La distanza dal capoluogo di regione era di gran lunga superiore agli
                                              effettivi 56 chilometri di strada curvilinea ed accidentata che si snodava tra il paese e
                                              la città, relegando Corleone a una condizione di entroterra disagiato e assai povero.
                                              La situazione dell’ordine e della sicurezza dell’area appariva facilmente desumibile
                                              dalla lettura dei dati sulla criminalità che, nella sola Corleone, aveva registrato 278
                                              furti, 120 danneggiamenti e 22 tra rapine ed estorsioni nel 1944; 143 furti, 43 dan-
                                              neggiamenti e 22 tra rapine ed estorsioni nel 1945; 116 furti, 29 danneggiamenti e
                                              10 rapine ed estorsioni nel 1946. Negli stessi anni, erano stati commessi 11 omicidi
                                              nel 1944, 16 nel 1945 e 17 nel 1946. La situazione sembrava migliorare nel biennio
                                              1947-’48, in cui gli omicidi furono rispettivamente 8 e 5 e i reati contro il patrimonio
                                              registrarono un netto calo. Tutto questo in un Comune che, nel periodo in esame,
                                              contava tra i 14.000 e i 16.000 abitanti.
                                              Il controllo della mafia sui terreni era di fatto suddiviso in aree di influenza, gestite
                                              da Governali Antonino, Collura Vincenzo e Catanzaro Vincenzo, che facevano rife-
                                              rimento al medico Michele Navarra, eminenza grigia dell’intero feudo di Corleone
                                              e successore del famigerato Calogero Lo Bue, da poco sostituito perché ritenuto non
                                              più adeguato all’evoluzione dei tempi.
                                              Nel biennio 1946-1948, il Dottor Michele Navarra, da tutti appellato «u Patri no-
                                              stru», – una volta uscito di scena il Direttore del locale Ospedale e Ufficiale Sanitario
                                              di Corleone, Dottor Carmelo Nicolosi , ucciso il 29 aprile 1946 ad opera di ignoti – raf-
                                                                               1
                                              forzava il suo potere mafioso in tutto il comprensorio, non solo acquisendo gli incarichi
                                              di medico condotto, medico fiduciario dell’Inam e Direttore dell’Ospedale Civile, ma
                                              ampliando vieppiù il gruppo di accoliti mafiosi (lo stesso Calogero Lo Bue, Carmelo e
                                              Pasquale Lo Bue, Angelo Vintaloro, Giovanni Trentatré, Antonino Governali, Giovanni
                                              Maiuri, Antonino e Giuseppe Macaluso, Marcello Francesco, Gaetano e Leoluca Pomilla,






                                              1  «All’inizio della carriera di Michele Navarra c’è un omicidio: viene ucciso il dottore Carmelo
                                              Nicolosi, Direttore dell’Ospedale dei Bianchi, delitto impunito. Si dice che a volere la sua morte
                                              sia stato proprio il dottore Navarra che si vede spianata la strada alla Direzione sanitaria» (tratto
                                              da E. Oliva, I pazzi di Corleone. I compaesani di Liggio, Riina e Provenzano, testimoni minacciati dalla mafia
                                              e abbandonati dallo Stato, Di Girolamo Editore, Trapani 2020).
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