Page 84 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo



                                              il Capitano Carlo Alberto dalla Chiesa per assumere il Comando delle Squadriglie
                                              di Corleone, dipendenti dal Comando Forze Repressione Banditismo  del Colonnello
                                                                                                            3
                                              dei Carabinieri Ugo Luca.



                                              2.  LE INDAGINI SULL’OMICIDIO DI PLACIDO RIZZOTTO

                                              Tra i numerosi omicidi commessi in quegli anni, il crimine più eclatante in cui si
                                              imbatte il Capitano dei Carabinieri risale all’anno precedente al suo arrivo quando,
                                              il 10 marzo 1948, era scomparso da Corleone il Segretario della locale Camera del
                                              Lavoro, Placido Rizzotto, che come il sindacalista Bernardino Verro , ucciso nel 1915,
                                                                                                          4
                                              si prodigava all’interno del movimento contadino e bracciantile, per la revisione della
       80                                     politica agraria e per la ripartizione dei grossi feudi incolti e improduttivi, provocando

                                              la resistenza dei proprietari terrieri e ancor più quella dei gabellotti del potere mafioso
                                              che attingeva forza e mezzi di vita dalla struttura feudale dell’economia agraria. Il
                                              Rizzotto, inoltre, in qualità di Segretario della locale Sezione Combattenti e Reduci
                                              si era anche opposto alla nomina a socio onorario dell’Associazione del Dott. Michele
                                              Navarra il quale, benché rivendicasse tale riconoscimento essendo stato Ufficiale
                                              Medico di complemento dal 1930 al 1931, richiamato alle armi dopo il servizio di
                                              leva nel 1935, era stato dichiarato inabile e ricollocato in congedo, e benché promosso
                                              Tenente nel 1938 e Capitano nel 1942, non era né combattente né reduce.
                                              Inoltre, circa un mese prima della sua scomparsa, Placido Rizzotto si era venuto
                                              a trovare in Corleone al centro di uno scontro tra una colonna di ex partigiani in
                                              transito e alcuni giovani del posto vicini ad alcune famiglie mafiose locali e, nella
                                              circostanza, si era schierato dalla parte degli ex partigiani, che ebbero la meglio sugli
                                              avversari. Il giovane sindacalista, che aveva osato contrastare i «picciotti» della cosca
                                              dominante presenti e, soprattutto, sfidare i capi che erano assenti, fino a colpire e
                                              a ferire un lontano nipote di uno di essi (La Torre Leonardo), divenne subito per la
                                              mafia, un «tragediatore» (spione, infido): ce ne era abbastanza per decretarne la fine.
                                              Il Comando Compagnia Carabinieri di Corleone, con rapporto del 3 aprile 1948, denun-
                                              ciò in stato di irreperibilità, quale autore del sequestro di persona del Rizzotto, il Leggio
                                              Luciano, che avrebbe agito in concorso con Criscione Pasquale, Criscione Biagio, Benigno
                                              Leoluca e Leggio Giovanni; purtroppo, non essendo stati giudicati validi gli elementi rac-
                                              colti dall’Arma nei loro confronti e in esito alle risultanze istruttorie, il Giudice Istruttore,
                                              con sentenza del 30 novembre 1949, prosciolse il Leggio e gli altri con formule varie.


                                              3  Il 30 agosto 1949, a poco più di dieci giorni dalla strage di Bellolampo, costata la vita a sette
                                              Carabinieri, viene istituito il Comando Forze Repressione Banditismo, un Reparto interforze com-
                                              posto da appartenenti all’Arma dei Carabinieri e al Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza,
                                              per un totale di 2000 uomini (1.500 Carabinieri e 500 poliziotti). Il comando viene assegnato al
                                              Colonnello dei Carabinieri Ugo Luca, alle cui dipendenze verranno posti 27 Ufficiali dei Cara-
                                              binieri e 16 della Polizia. In tale contesto, oltre alla figura del colonnello Ugo Luca, emerge un
                                              altro importante personaggio, l’allora Capitano Carlo Alberto dalla Chiesa. Posto al comando
                                              del Gruppo Squadriglie con base a Corleone (PA), il valoroso Ufficiale si rivela da subito abile,
                                              duro, inflessibile, gran lavoratore e riesce a conseguire importanti risultati nel territorio posto
                                              sotto la sua giurisdizione. Tratto dall’articolo di V. Longobardi, La repressione del banditismo in Sicilia,
                                              Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, Anno II – Numero 2.
                                              4  Nato il 3 luglio 1966, Sindaco di Corleone, uno dei leader più prestigiosi del movimento dei Fasci
                                              dei lavoratori, fu ucciso con 11 colpi di pistola la sera del 3 novembre 1915, mentre rientrava a casa.
                                              Bernardino Verro rappresenta una figura molto significativa per la città di Corleone (PA), per
                                              il suo ruolo di primo piano nel movimento contadino e nella vita politica. Raffigura lo sciopero
                                              agrario che raccolse più di 50 mila persone e l’atto di nascita del sindacalismo contadino: grazie
                                              a lui, per la prima volta, fu regolato il rapporto di lavoro tra datore di lavoro e lavoratori (tratto
                                              dall’Archivio storico del Comune di Corleone).
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