Page 277 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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braltar. Tangeri copriva la Spagna fino a Madrid, ma non includeva Barcellona Nella pagina a fianco:
(dove c’era un Centro), e le aree di competenza di altri punti informativi italia- gli inglesi comprendono
che il Consolato italiano
ni ad Algeciras e a Malaga che rappresentavano, a detta degli inglesi, il luogo a Gibilterra usa l’Ufficio
di partenza preferito dagli italiani per arrivare a Gibilterra. Postale spagnolo di
Secondo le informazioni in mano ai Servizi inglesi, in quel periodo un gran La Linea per sottrarre
numero di italiani si aggirava vicino alla Rocca o lungo le banchine del porto all’intercettazione
telegrammi riservati.
per raccogliere notizie. Era stato intercettato un messaggio del console gene-
rale a Roma, nel quale indicava tutti i passaggi della Royal Navy nello Stretto,
i movimenti, le manovre e i preparativi militari. Londra aveva una fitta rete
a Gibilterra di agenti e fiduciari che avevano occhi e orecchi molto attenti ma
che spesso facevano anche il doppio gioco accettando denaro dagli italiani per
fornire notizie, ovviamente non sempre vere, all’Intelligence Service. Com- 113 NAUK, KV3/346,
113
pletava la ragnatela che avvolgeva gli italiani, il fatto che i dispacci del console 12 febbraio 1936.
generale venivano intercettati: in uno dei telegrammi segreti concernenti l’atti-
vità del diplomatico, venne data notizia che una fonte aveva indicato un muta-
mento di indirizzi: dagli inizi del 1936 il Consolato di Tangeri non avrebbe più
inviato le notizie sui movimenti della flotta britannica all’Ufficio Informazioni
della Marina, ma al Ministero degli Affari Esteri, secondo istruzioni ricevute,
in cifra, per avere una maggiore sicurezza nella trasmissione… ma i britannici
che conoscevano già le chiavi di alcuni codici usati dai diplomatici verso Roma
da Tangeri, da Malta e da Gibilterra, intercettavano e decifravano le comunica-
zioni. Gli italiani non se ne accorsero.
Quando non le rilevavano direttamente, qualche ‘mano amica’ inviava loro
le copie di messaggi, anche non particolarmente importanti ma comunque utili
a capire gli aspetti di alcuni problemi interni. Ad esempio, il 15 dicembre 1935
Londra scrisse al colonnello responsabile della Segreteria del Colonial Office che
le cifre scritte in due messaggi italiani, sottoposti all’attenzione della Scuola
Cifra del S.I.S., erano un codice: il primo dispaccio proveniente dall’ambasciata
d’Italia a Madrid diretto al Consolato di Tetuán, usava un codice amministra-
tivo e trattava di istruzioni circolari a tutti i rappresentanti diplomatici circa
conti bancari; il secondo, da Tetuán a Madrid, riferiva dell’applicazione di san-
zioni nella zona spagnola del Marocco. I due messaggi erano giunti per posta,
in forma anonima, in busta con francobollo di Tetuán e indirizzo scritto in spa-
gnolo, direttamente al Governatore Militare di Gibilterra… The probability is,
therefore, that the paper was sent by some disgruntled clerk in the Italian Consulate
at Tetuán or by some employee in the Tetuán Post Office, who belongs to the Party of
extreme Left and is violently opposed to Fascism.
In realtà, già dall’ottobre precedente (1935), come nuova politica di sicurez-
za, il Console Generale di Gibilterra aveva iniziato a non inviare più telegram-
mi dall’Ufficio Postale della Rocca ma dalla Spagna, usando due ex ufficiali
spagnoli che portavano i messaggi dall’altra parte del confine. Gli inglesi se
ne erano accorti vedendo che il traffico di telegrammi in partenza e in arrivo
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