Page 278 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nella pagina a di quella rappresentanza era quasi inesistente: avevano rapidamente capito e
fianco: verificato che il traffico telegrafico avveniva in territorio spagnolo, a pochi chi-
i ‘venditori
di ‘tappeti’ a lometri di distanza, a La Linea de Concepción: il Defense Security Officer della
Tangeri sotto Fortezza intuì che l’unico modo per continuare a leggere il traffico telegrafico
osservazione italiano era di individuare qualcuno che, in quell’Ufficio postale spagnolo, pas-
da parte
dell’Intelligence sasse le copie oppure di avvicinare qualche impiegato della Italcable italiana…
britannica. e non fu difficile ricominciare l’intercettazione.
In un primo tempo gli inglesi avevano ritenuto che fosse Tangeri il centro
italiano più importante nella zona, ma agli inizi del 1936 si accorsero che anche
Gibilterra era molto attiva nel monitorare i passaggi di navi… Bisogna anche
dire che nel settembre 1935 erano stati arrestati tre italiani, che dimoravano a
La Linea: uno di questi era un poliziotto; un altro era un sottufficiale dei Ca-
rabinieri, Giorgio Bedin, addetto al Consolato Generale di Tangeri, come assi-
stente dell’Addetto militare; il terzo, Guido Carrara, probabilmente un agente.
Furono arrestati ‘per sbaglio’, nel senso che i detectives di Gibilterra, insospettiti
da alcuni loro comportamenti, avevano preso l’iniziativa del fermo per vederci
chiaro. Il Console Generale Chiostri andò in Tribunale e pagò la cauzione per i
compatrioti che furono solamente espulsi dalla Rocca perché privi di permes-
so… e fu deciso di far finta di nulla di fronte al fatto che il sottufficiale aveva
passato all’altro italiano, da tempo sotto lo sguardo vigile degli inglesi, una
sorta di codice scritto a mano. Così era stato deciso dalle autorità militari,
peraltro irritate dalla iniziativa dei poliziotti della Rocca, in modo da non su-
scitare alcun allarme negli italiani, continuare a vigilarli nella speranza di più
succose informazioni sui loro contatti.
A Tangeri erano stati sotto osservazione anche cinque italiani che ufficial-
mente erano venditori di tappeti: Vincenzo Pennino, Antonio Gorgone, Vin-
cenzo Mondone, Rosario Vartuli e Luigi Di Somma; si sapeva che costoro non
facevano affari fiorenti, ma avevano sempre notevoli disponibilità di denaro e
viaggiavano continuamente in coppia tra Tangeri, Tetuán, Ceuta, Algeciras, La
Linea e erano stati anche nelle Canarie… Gli inglesi li sospettavano e li ritene-
vano coinvolti in attività di spionaggio.
In Marocco vi era una stretta collaborazione fra l’attività informativa civile
e quella militare italiana: a Tangeri si sviluppava nella zona francese e a Tetuán
in quella spagnola ma il fulcro e il coordinamento era sempre stato presso il
Consolato generale di Tangeri.
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114 NAUK, KV3/347, In un rapporto inglese del 1938, la sintesi sull’attività italiana a Tangeri è
22 aprile 1938.
organica e dettagliata.
Confermato che il capo dell’intelligence militare era il colonnello Luccar-
di (in diretto contatto con il Ministero della Guerra a Roma), notavano che il
Consolato conduceva in modo autonomo le attività politiche d’informazione:
in realtà il Console Generale rispondeva anche all’Ufficio interno del Ministe-
ro degli Affari Esteri, ma era comunque in grande sintonia con il suo addetto
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