Page 283 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Secondo notizie anglo-americane, nel 1943 lo spionaggio italiano continua-
                     va ad avere il proprio centro primario in Tangeri, nonostante le sedi di Orano
                     e Algeri, per le proprie attività in Algeria e in Marocco. La direzione era del
                     console Carlo de Franchis e del Console Generale che era stato appena nomi-
                     nato, Zappoli.
                        Gli italiani speravano che entrambi i consoli, e non uno solo come nel passa-
                     to, potessero rimanere a Tangeri ma gli spagnoli non accettarono l’incremento
                     di personale ‘diplomatico’ in quella sede, e così il de Franchis dovette lasciare
                     la sua rete di agenti al Console Generale che ne prese la gestione. 121        121   NARA,  RG  226,
                        A Ceuta, enclave spagnola in Marocco, si era installato il tenente colonnel-   NND – 917171, 30
                                                                                                       maggio 1943.
                     lo Ezio De Michelis, dell’Ufficio ‘I’ della Missione Militare italiana in Spagna,
                     dove svolgeva una azione intesa esclusivamente a sabotare qualsiasi attività
                     inglese e a facilitare il governo franchista nella occupazione di Tangeri. Fu però
                     apprezzato, stando ai documenti, anche dalle Autorità marocchine e da quelle
                     tedesche, ricevendo da entrambi una alta onorificenza. In un secondo momen-
                     to il De Michelis, richiamato a Madrid, fu ufficiale di collegamento con lo Stato
                     Maggiore spagnolo. Come tale tenne anche dei corsi alla locale Scuola di Guer-
                     ra che si connotarono per l’esaltazione del regime fascista, come accuratamente
                     evidenziato dagli attenti inglesi.
                        Nel 1943 a capo di quel Centro andò il colonnello Nutini, responsabile  an-
                     che delle operazioni di  sabotaggio. La sua rete includeva anche alcuni ‘mori’
                     che erano stati reclutati e addestrati da uno dei loro capi, Hamed ben Moham-
                     med, mentre Nutini si occupava dell’addestramento degli agenti europei e dei
                     radiotelegrafisti, nella sua residenza, Villa Florida.




                     3. Collaborazione  tra  diplomazia  e  intelligence:  l’attività  infor-
                        mativa a Malta, 1935-1940

                        Lo spionaggio nel Mediterraneo era un sistema di cui Gibilterra, Tangeri,
                     Tetuán, Malta erano delle maglie strettamente connesse. Negli archivi inglesi
                     i documenti dedicati allo spionaggio italiano a Malta dal 1935 al 1940 sono
                     migliaia, pratiche complete e ben archiviate: indicano ovviamente l’interesse
                     particolare verso la presenza italiana nel Mediterraneo anche nel periodo an-
                     tecedente la seconda guerra mondiale. Naturalmente non sono gli unici rela-
                     tivi all’argomento ma questi documenti forniscono decisamente un panora-
                     ma organico dell’attività di contrasto inglese in quel periodo, in quel luogo, e
                     di conseguenza sono molto interessanti perché rivelano numerosi dettagli su
                     come era organizzato sull’isola il sistema informativo italiano, sia del Ministe-
                     ro degli Affari Esteri sia del S.I.M. e del S.I.S. che agivano con agenti reclutati e
                     coordinati dal rappresentante diplomatico. Un esempio di quello che avveniva
                     anche in altre sedi, ove era assente l’addetto militare, navale o aeronautico:
                     questo tipo di organizzazione risulta anche dai documenti italiani del S.I.M.





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