Page 288 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nella pagina a   dendo però una parola sugli altri espulsi italiani (come avrebbe dovuto fare
                            fianco:  per dovere consolare), con la ‘scusa’ (per gli inglesi) che il Tiralongo era un
                    Blais, segretario
                       del Console   impiegato del Consolato e che, dati i suoi doveri, non avrebbe avuto ‘il tempo’
                        Generale a   necessario per svolgere altre attività. Soprattutto non avrebbe potuto essere
                   Malta, Marchese   arrestato…
                        Ferrante, è
                        intercettato   Le autorità maltesi fecero presente al diplomatico che se i militari avevano
                       dagli inglesi   così deciso, voleva dire che vi erano prove inoppugnabili che inchiodavano  il
                      mentre detta   Tiralongo alle sue responsabilità e cioè di ‘aver agito contro la sicurezza militare
                    un telegramma
                           cifrato,   dell’isola’. Inoltre risultava alle autorità maltesi solamente che l’arrestato aveva
                  involontariamente   richiesto, secondo la legge che governava la presenza di stranieri a Malta, una
                          svelando   autorizzazione commerciale come fabbricante di scarpe. Il fatto che fosse stato
                      la chiave del
                      codice usato.  poi impiegato nel Consolato non lo poneva di certo al di fuori o al di sopra della
                                   legge. Fu anche detto al Ferrante che ai servizi inglesi:
                                      a)  era noto che informazioni di natura militare venivano cercate da soggetti
                                         italiani;
                                      b)  erano conosciuti i nomi di coloro che svolgevano tale attività;
                                      c)   era noto come le informazioni venivano veicolate fuori dall’isola.
                                      Quel che non dissero al diplomatico era che:
                                      a)  avevano prove dell’inserimento di rapporti informativi militari nel diplo-
                                         matic pouch e come le avevano avute…
                                      b)  come per la compagnia aerea, non avrebbero almeno per il momento fer-
                                         mato e ispezionato quel canale perché erano sicuri che gli italiani avreb-
                                         bero immediatamente fatto lo stesso nei confronti della ‘bolgetta’ diplo-
                                         matica inglese in Italia …
                                      Quello che gli inglesi ancora non sapevano era che, intanto, le ambasciate
                                   britanniche a Roma erano già state penetrate dalla ‘Squadra P’ di Talamo o sta-
                                   vano per esserlo: reciprocità concreta, dunque, sebbene non nota alle rispettive
                 127   V. ibidem sotto.  parti… 127
                                       Dopo le prime espulsioni, gli inglesi si avvidero che, nonostante tutto, l’at-
                                   tività spionistica era ripresa alla grande e che rapporti informativi su argomen-
                                   ti militari continuavano ad essere ancora trasmessi a Roma tramite corriere di-
                                   plomatico. Ritenevano poi che tramite quel canale si facesse anche contrabban-
                                   do d’oro, oltre che di moneta, per alimentare la rete e sostenere le operazioni
                                   ‘culturali’ di propaganda. Alcune compagnie teatrali italiane facevano spesso
                                   rappresentazioni all’Opera House locale e i costi dovevano essere alti per una
                                   simile trasferta: quindi o erano sovvenzionate direttamente dal regime fascista
                                   (molto probabile) o il Consolato italiano pagava le spese della messa in scena
                                   al direttore del teatro, il dottor Said, considerato troppo buon amico di quelle
                                   autorità consolari.
                                      Agli inizi le autorità inglesi avevano ritenuto che il nuovo Console Generale
                                   si sarebbe limitato ad attività culturali e a doveri sociali con iniziative monda-
                                   ne; in breve tempo, invece, ebbero motivi per ritenere che proprio lui avesse






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