Page 290 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nella pagina a preso la direzione di tutta l’attività spionistica, dandovi grande impulso dopo
fianco: l’arresto del Mazzone.
il Marchese
Ferrante, Console Il Ferrante, anche lui con moglie americana e con due figlie intelligenti e
Generale italiano very charming, si era molto ben introdotto nella società maltese con sentimenti
a Malta, era pro-italiani e, probabilmente, trovava facilmente gran parte delle informazioni
costantemente
monitorato dai che voleva proprio dall’ambiente sociale che frequentava. Non si fidava molto
Servizi inglesi. dei sub-agenti locali, preferendo appoggiarsi a cittadini italiani di sicura fede
fascista. Il Ministero degli Affari Esteri aveva dato istruzioni al Console di stare
molto attento in questa sua attività ‘informale’, considerando la situazione po-
litica e la sua posizione di diplomatico; tuttavia, di tanto in tanto, gli venivano
inviati anche formulari con quesiti militari a cui rispondere, proposti ovvia-
mente dal S.I.M. o dal S.I.S. ai quali dovevano poi essere trasmesse le risposte,
sempre attraverso il Ministero.
La rete, dunque, era nota agli inglesi che attendevano e speravano di coglie-
re qualcuno in flagrante per realizzare un’altra massiccia espulsione di italiani,
non potendo, almeno per il momento, toccare il Ferrante.
Visto che i più importanti informatori italiani erano noti all’intelligence lo-
cale, veniva spesso richiesto al War Office se non fosse il caso di espellerli co-
munque, per cercare di comprendere meglio l’estensione della loro attività e
venire a conoscenza di alcuni nomi maltesi. In realtà, sapevano che nulla si po-
teva fare almeno fin quando il Ferrante e il suo segretario, Blais, fossero rimasti
nell’isola: fin quando c’erano loro, per ogni agente espulso, un altro ne veniva
reclutato. Blais era da molti anni a Malta e aveva troppe conoscenze: per lui era
facile trovare altre persone da mettere a libro paga. Prima dell’arrivo di Ferran-
te era stato ritenuto uno dei leader, insieme al Mazzone, dell’organizzazione
informativa italiana nell’isola.
Nel novembre Blais aveva anche cambiato appartamento e si era installato
in un edificio che guardava direttamente sul Quartier Generale della Royal Air
Force (R.A.F.) britannica: la strada era stretta e le conversazioni fatte a fine-
stre aperte potevano esser agevolmente ascoltate da un orecchio interessato e
attento. Il fatto contingente aveva confermato i sospetti inglesi sul Blais e non
era difficile.
Ferrante, fin dal suo arrivo, aveva dato nuovo impulso anche alle attività
culturali, alla propaganda che era sostenuta da trasmissioni radio fortemente
anti-britanniche, e allo studio della lingua italiana. Gli inglesi si chiedevano
quali misure di sicurezza adottare per evitare il proliferare di queste attività
ritenute ‘moleste’.
Tra le altre misure di controspionaggio, vista l’attività dell’Ala Littoria, pen-
sarono di allargare la no fly zone sull’isola per evitare sorvoli inutili (come quelli
fatti sulla rotta per la Libia), che comportavano invece, a giudizio degli inglesi,
l’acquisizione di informazioni militari; una seconda utile misura poteva essere
quella di allontanare alcuni professori italiani dalle scuole e dall’Università,
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