Page 292 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nella pagina a visto che anche costoro fomentavano il sentimento anti-britannico negli allievi
fianco: a favore dell’Italia. Ritenevano che lo stesso Ferrante stesse tramando con i
corrispondenza
riguardante la docenti per minare l’autorità del Rettore dell’Università locale e far eleggere
decifrazione qualcuno gradito a lui e al regime fascista.
di telegrammi Dal numero imponente di cartelle e documenti riservati al Ferrante, sembra
italiani inviati da
Malta. proprio che il marchese italiano fosse divenuto un pericolo per la sicurezza
dell’isola: forse lo avevano sopravvalutato.
Da una parte il Console Generale faceva il proprio lavoro spingendo la cul-
tura italiana con ogni mezzo possibile e dall’altra, avvalendosi del suo status,
raccoglieva notizie di carattere militare in un territorio inglese strategicamente
collocato nel Mediterraneo.
Era chiaro che come agiva il console a Malta, probabilmente agivano i con-
soli italiani in Gran Bretagna, Gibilterra e altri luoghi dove vi fossero interessi
militari paragonabili: quindi era importante mettere insieme tutti gli elementi
per cercare di capire come i diplomatici italiani si informassero, quali canali
utilizzassero e se trasmettevano tutti con lo stesso cifrario usavano anche con-
venute parole in chiaro, come successo per Gibilterra, quando si erano accorti
che termini economici corrispondevano invece a termini militari e navali.
Per riuscire a neutralizzare in qualche modo sia l’influenza sia lo spionaggio
italiano a Malta, gli inglesi decisero di costituire un combined Services intelligen-
ce Bureau per meglio e più rapidamente far circolare le notizie raccolte tra i vari
Servizi. Con questa azione integrata rilevarono l’incremento significativo delle
attività informative italiane nell’isola.
Dai documenti inglesi, solo da pochissimi anni a disposizione degli stu-
diosi, si evince con facilità che il S.I.S. aveva un ‘attento’ informatore dentro il
Consolato Generale: una source della quale non hanno mai rivelato l’identità,
che chiamavano in codice Messenger ma la indicavano essere fonte di ‘alto li-
vello’ e di posizione ‘delicata’. In effetti, ci sono vari rapporti riguardanti quasi
minuto per minuto le azioni del Ferrante nel suo Ufficio: con chi aveva parlato,
chi aveva ricevuto, il sunto delle sue conversazioni; i suoi commenti, quello
che dettava al segretario Blais… fonte da loro definita di ‘alto livello’ e dalla
‘delicata’ posizione… che però ascoltava tutto… forse l’uso di un microfono
amplificatore del tempo, occultato in un lampadario dove riceveva corrente? È
solo una ipotesi di lavoro! In un documento secret del 18 novembre 1935, l’in-
cipit è il seguente: Messenger 1A has been producing some rather interesting stuff
128
128 NAUK, KV 3/352. in the last few days… : si trattava di un qualcosa che Ferrante aveva dettato al
segretario e i successivi commenti alla dettatura avevano svelato anche alcune
chiavi della cifratura. Effettivamente gli inglesi conoscevano il codice che usa-
va Ferrante per inviare telegrammi, dei quali, contemporaneamente all’inoltro
a Roma, il Post Office faceva regolarmente copia per le autorità militari quan-
do era presente il Direttore, l’unico che era a conoscenza di questa richiesta.
Quando il codice veniva cambiato, se non riuscivano a comprenderlo in loco,
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