Page 297 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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ti.  Nel marzo, dopo l’arresto, il Console era stato chiamato a Roma ‘per con-  129   Dettagli  di  questa
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                     sultazioni’. In effetti, dopo la condanna dei due, sembrò che il Ferrante fosse   vicenda sono con-
                                                                                                       sultabili in NAUK,
                     più guardingo nell’invio di rapporti speciali con la posta diplomatica: almeno    KV3/354.
                     così rilevavano gli addetti al monitoraggio. Il tentativo di spionaggio a favore
                     dell’Italia, divenuto di pubblico dominio, aveva suscitato molte reazioni nella
                     stampa locale che se ne occupò a lungo anche perché, nella sua confessione, il
                     Delia aveva chiaramente indicato come suoi interlocutori il Cavaliere  Blais e
                     lo stesso Ferrante. Sarebbe stato il diplomatico in persona a chiedergli se era
                     in grado di potergli assicurare determinate informazioni sui Cantieri maltesi e
                     sulla Royal Navy. Il processo in Tribunale fu celebrato a porte chiuse ma notizie
                     trapelarono; dopo le informazioni comparse sui giornali, il Ferrante non fece
                     alcuna smentita ufficiale e tale comportamento fu commentato con un ‘chi tace
                     acconsente’ scritto in italiano .                                              130   NAUK,  KV3/360,
                                                 130
                        Questo episodio aveva però indicato l’aumento del livello di pericolosità      ‘Times  of  Malta’,
                                                                                                       27 giugno 1936.
                     dell’attività informativa italiana. Le relazioni tra la Gran Bretagna e l’Italia peg-
                     gioravano; il governo fascista aveva proclamato l’Impero d’Etiopia e siglato il
                     Patto d’Acciaio con la Germania. La guerra era nell’aria nonostante incontri e
                     dichiarazioni contrarie.
                        Nel luglio 1937 Ferrante fu avvicendato da Raffaele Casertano e lasciò Malta
                     per assumere la funzione di Console Generale a Francoforte.
                        Ancora nel 1945 egli andò sotto i riflettori inglesi, per i trascorsi a Malta, sia
                     pur in situazione notevolmente mutata: stava per essere nominato ambascia-
                     tore in Bolivia. Il Foreign Office chiese al MI5 notizie su questo diplomatico e
                     ricevette un interessante, sintetico rapporto delle attività dell’ex Console Ge-
                     nerale a Malta.  Durante la permanenza aveva utilizzato i suoi privilegi per   131   NAUK,  KV3/356,
                                    131
                     svolgere spionaggio continuo ai danni della Royal Navy e della Gran Bretagna      15 maggio 1945.
                     in genere. Agli inizi aveva indirizzato le sue energie principalmente a monito-
                     rare il movimento portuale mercantile e militare, ma con il tempo aveva orga-
                     nizzato una rete intelligence orientata a conoscere tutte le difese d’artiglieria
                     dell’isola, i rifugi per le incursioni aeree, la localizzazione dei magazzini di
                     armi e munizioni, cioè tutto quel che era segreto militare. Con la corruzione o
                     la persuasione aveva indotto gran parte della popolazione italiana nell’Isola
                     a collaborare con lui e aveva reclutato anche degli agenti fissi locali sul libro
                     paga. In sintesi: era stato totalmente anti-britannico e fedelissimo al regime
                     fascista. Il Foreign Office era preoccupato della possibile nomina e stimava che
                     se veramente questo fosse accaduto, nonostante il coinvolgimento del Ferrante
                     con il fascismo, questa poteva essere la riprova che il marchese era veramente
                     stato un membro attivo dei servizi di informazione militare, che dunque lo
                     proteggevano ancora. E da lui ci si doveva guardare con cura, sperando che il
                     nuovo governo italiano rivedesse le sue posizioni; in caso contrario occorreva
                     continuare a monitorarlo affinché non riprendesse le vecchie abitudini, poco
                     diplomatiche e molto pericolose.
                        Tornando al periodo prima della guerra, nell’agosto 1937 i rapporti da Mal-





                                                           Il s.I.M. per l’estero e all’estero                 297
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