Page 300 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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proprio personale. Gli inglesi capirono che qualche diplomatico italiano nella
capitale inglese aveva intuito che erano uscite dal Consolato Generale di Malta
alcune notizie riservate. Il sospetto però, in prima battuta, cadde su qualche
collaboratore del Console e apparentemente non fu compreso che invece era
un problema di ‘fonti’.
Nel campo dello spionaggio Casertano non diede filo da torcere agli ingle-
si che continuavano comunque a sentire le sue telefonate e a trascriverle (in
pagine e pagine). In realtà, queste intercettazioni iniziavano ad essere molto
utili agli inglesi anche per un altro motivo: venivano a conoscenza, di prima
mano, su quanto veniva detto a Roma, al Ministero degli Affari Esteri, quando
il Console si recava in Italia o attraverso quello che gli riferivano delle visite
provenienti dalla capitale o per le istruzioni che riceveva dal Governo. Tut-
te queste informazioni politiche contribuivano alla conoscenza dei sentimenti
italiani verso la politica internazionale, ovviamente insieme ad altre notizie
provenienti dai numerosi ‘posti di ascolto’ in altre rappresentanze.
Nonostante Casertano avesse deciso di dare grande impulso alla cultura
italiana, sottile forma di penetrazione per fomentare sentimenti contro Lon-
dra, ciò che irritò di più il Foreign Office furono i suoi contatti con gli ambienti
maltesi sfavorevoli agli inglesi. Londra riteneva che fossero stati passati i limiti
del normale lavoro diplomatico consolare e quindi aveva deciso di chiedere a
Roma il richiamo anche di questo Console Generale. Non ne fece saggiamente
nulla perché, nel dicembre 1938, giunse la notizia che Casertano sarebbe stato
avvicendato, dopo quasi tre anni in quella sede.
132 NAUK, KV 3/293, Alla fine del 1938 Casertano lasciò dunque Malta per Zagabria e arrivò
132
maggio 1944.
il nuovo console generale, Mario Canino. Continuarono le intercettazioni e il
monitoraggio dell’operato diplomatico, ma nulla indicò che la situazione fosse
tornata come al tempo del marchese Ferrante. Gli inglesi compresero anche
che, ormai, molto dello spionaggio militare era condotto in altre sedi o con altri
metodi. Altri centri erano più attivi: Ankara, Adana, Mersina, Rodi, la stessa
Sicilia.
4. Intelligence in Turchia
La Turchia, padrona incontrastata dei Dardanelli, l’altro ingresso strategico
nel Mediterraneo, come Gibilterra era un punto di osservazione privilegiato
per molti servizi informativi, in regime di demilitarizzazione e internazionaliz-
zazione. La capitale Ankara, ma soprattutto la vecchia Costantinopoli divenu-
ta Istanbul, e i porti turchi erano fonti preziose per la raccolta informativa.
La terra turca era conosciuta dagli italiani, in particolare dall’Arma dei Ca-
rabinieri, cui era stata da sempre affidata l’attività di controspionaggio in pa-
tria e fuori del territorio metropolitano. Gli italiani erano stati a Creta (orga-
nizzazione della polizia cretese); in Macedonia dal 1904 al 1911 anche se con il
compito di riorganizzare la Gendarmeria su richiesta dello stesso Sultano otto-
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