Page 164 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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164 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
Modello per le cifre del 1934
fregio 1938 ante litteram da carabiniere, applicato su un inconsueto elmetto modello 31! 244
La M.V.S.N., che come si è detto aveva ruoli militari e di polizia politica, era costituita dalla
Milizia ordinaria e dalle Milizie speciali: portuaria, forestale, stradale e postelegrafonica. Di
massima queste ultime utilizzarono in casi particolari l’elmetto, non avendo impegni di mo-
bilitazione. Nei mesi di guerra l’elmetto sarà invece un indispensabile equipaggiamento per
la Milizia ordinaria, composta a sua volta dai battaglioni di camicie nere, a cui si aggregava
con compiti di difesa territoriale pure la Milizia confinaria, quella universitaria con compiti di
addestramento e preparazione degli allievi ufficiali, oltre che la Milizia contraerei e le coorti
territoriali. Seguendo le indicazioni del Regolamento del 1931, il fregio da elmetto si caratte-
rizzava dal fascio littorio, sormontato da una stella, e dal tondo sottostante al cui interno era
inserito il numero della legione d’appartenenza. Essendo l’elmetto nero, il fregio era giallo. Nel
1938 venne introdotto un nuovo modello: alla base il solito tondo, da cui partivano due serti
d’alloro stilizzati, al cui interno trovava sede il fascio con due gladi incrociati. Infine nel 1941,
mentre l’elmetto per i mobilitati era tornato grigio-verde, il fregio che era divenuto nero sarebbe
cambiato ancora: al posto dei due gladi incrociati, venne sovrapposta la stella in cima al fascio.
La tinteggiatura del fregio poteva essere realizzata sia con la pistola a spruzzo che con l’uso
del pennello. L’operazione richiedeva anche più fasi, in base alla particolarità del fregio. Parti-
colare cura andava rivolta a tutti quegli stemmi, che richiedevano l’apposizione di un numero
identificativo di reparto o la croce (fuori corpo o scuole), all’interno del tondo centrale. Questa
rifinitura, a cui vennero adibiti spesso gli stessi reparti finali, richiedeva l’utilizzo pure delle
maschere numeriche, prodotte in due tipologie (una nel 1934, l’altra con caratteri più piccoli
244 G. Rizzatti, Il 31 dei CC.RR., in «Uniformi & Armi», n. 188, gennaio 2012, pp. 20-22.

