Page 165 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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nel 1937), dallo zero al nove. Quella a numeri larghi per una cifra sola e quella a numeri stretti
per più cifre, da inserire nell’apposito spazio.
Il colore prevalente dei fregi era il nero, ma alcuni più elaborati comportavano l’impiego di
più tinte cromatiche. Ecco quindi che le compagnie distrettuali avevano i numeri in giallo, i ser-
vizi sanitari e veterinari le croci in rosso o azzurro, sovente con sfondi bianchi se appartenenti
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alla Croce Rossa o allo SMOM, ecc.
Non mancarono anche qui le eccezioni, per chi voleva garantirsi un posto in prima fila tra
gli originali. In prima battuta il Re e Mussolini, che per posizione apicale utilizzarono insegne
colorate, finemente decorate e non presenti in nessuna disposizione ufficiale. Simile considera-
zione vale per molti ufficiali appartenenti alla Milizia, in particolar modo alle singole specialità,
che impiegarono pure decalcomanie ad acqua, per dare migliore risalto estetico al fregio. Questi
del resto, mantenendo in tempo di pace il colore nero dell’elmetto, di massima avevano l’inse-
gna di colore giallo.
Sui R. Carabinieri si è in modo ampio disquisito; mentre per l’ordine pubblico la Guardia
Reale continuò a portare il suo tradizionale fregio policromo e la Regia Guardia di Finanza il
fregio giallo su fondo grigio-verde.
La R. Marina sperimentò e applicò a qualche frontale di elmetto dei particolari fregi in gala-
nite gialla fusa, riproducendo l’ancora e la corona a effetto tridimensionale. Infine alcuni uffi-
ciali imbarcati, sulla falsariga dei gradi all’alpina dell’Esercito di epoca precedente, iniziarono
a portare come vezzo i gradi a giro di bitta, dipinti di giallo, sul lato dell’elmetto.
Fregio in oro (Maresciallo d’Italia, Generale d’Armata, Comandante designato d’Armata,
Generale di Corpo d’Armata)
Fregio in argento (Generale di Divisione, Generale di Brigata)
245 A. Brambilla, Quelli della croce ottogonale, op. cit., pp. 25-27.

