Page 210 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                            Modello 33 impiegato dalle Forze Armate finlandesi (collezione dell’Autore)

               dall’Unione Sovietica nel primo inverno di guerra europea. Roma, con qualche ulteriore im-
               barazzo per non aver mantenuto fede al Patto d’acciaio con Berlino nel settembre del 1939,
               senza grosse riserve non ebbe scrupoli a rifornire una delle prede staliniane, frutto della realista
               politica d’amicizia russo-tedesca. In questo modo, oltre ad armamento leggero e pesante, nella
               primavera del 1940 l’Italia vendette alle Forze Armate di Helsinki una partita di circa 30.000 el-
               metti modello 33. In terra scandinava vennero sostituiti soggoli e rivetti, rimanendo il modello
               italiano come dotazione fino al 1945.  Non si hanno altre informazioni su questa transazione.
                                                   311
               Essa però dimostra – al pari della presunta omologa compra-vendita ellenica – che in fatto di
               elmetti, nonostante i tanti limiti, l’Italia avesse comunque un bacino d’esportazione. 312





                                                    Regio Esercito

                  Nel frattempo, dopo nove mesi di non-belligeranza, alla fine Mussolini forzò le resistenze
               all’intervento e gettò il Paese in guerra, convinto che poche ulteriori settimane di combatti-
               mento avrebbero garantito all’Asse una vittoria epocale. In questo modo nel giugno del 1940
               i militari italiani scesero nell’arena del conflitto, equipaggiati in modo insufficiente, convinti
               tutti che sarebbero state risolutive limitate riserve in uomini e materiali. Se si ipotizzava che
               la mobilitazione generale avrebbe riguardato 2 milioni e 700 mila uomini, al 10 maggio arrivò
               a Mussolini il seguente promemoria: «manca oggi la possibilità di vestire 1.100.000 uomini.
               Mancano inoltre le scorte, assolutamente necessarie». 313
                  Il problema sostanziale era che scarseggiavano le materie prime, condizionate dalle impor-
               tazioni dall’estero, che lo stato di guerra europea stavano riducendo in modo considerevole. Al
               1° novembre 1939, nella Situazione e produzione armi e munizioni del ministero della Guerra, il
               grafico prodotto evidenziava un preventivo in costante aumento nella produzione degli elmetti;
               salvo poi precisare che ciò sarebbe stato possibile a patto che i rifornimenti in acciaio fossero


               311 Informazione ricevuta dal sig. Mika Smedberg, curatore del Museo militare di Finlandia.
               312 Si è rintracciata pure notizia di una fornitura, in quegli stessi anni, di modello 33 all’Ecuador. In parte gli
                   elmetti sarebbero stati sottratti ad esso – come preda bellica – negli anni Quaranta dal Perù, che li utilizzò poi
                   per la propria Fuerza Aerea.
               313 AUSSME, H9, b. 8, f. situazione vestiario ed equipaggiamento, promemoria del 10/5/1940
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