Page 206 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
P. 206
206 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
anche la Regia Aeronautica introducesse un elmetto metallico per i piloti, come già in uso in
Germania. Anche qui interessato lo Stato Maggiore di Forza Armata, esso non andò che a
confermare le riserve già espresse quattro anni prima sui modelli Micozzi: oltre ad risultare
d’ingombro al personale, «l’inconveniente lamentato è in buona parte eliminato dall’attuale
adozione della corazzatura dei velivoli che, estesa anche alla testa, si può realizzare con piastre
301
di spessore ben maggiore a quello adottabile in un elmetto appena sopportabile». A conferma
di tale convinzione si precisò pure che dalle informazioni a disposizione «non risulta che i piloti
tedeschi siano muniti di casco speciale, ma bensì del normale casco delle truppe di terra quale
302
parascheggie. Tale provvedimento si potrebbe adottare anche per i nostri equipaggi». Dopo
tanti dinieghi, uno spiraglio sembrava aperto. Tuttavia anche in questa circostanza, non se ne
fece nulla. In questo caso contrario si espresse (senza ulteriori spiegazioni) il generale Pricolo,
sottosegretario di Stato. 303
Nonostante i buoni propositi era il definitivo abbandono dell’auspicato progetto di un elmet-
to da volo, cosa che sarebbe comunque stato sperimentato durante la Seconda guerra mondiale
con maggior fortuna da altri corpi aerei, come la Luftwaffe o l’Usaf. Tuttavia, vedremo come
durante l’imminente conflitto europeo, alcuni aviatori italiani avrebbero provveduto – come
d’abitudine – facendo ricorso all’iniziativa.
Nella pagina a fianco: militare del Reggimento San Marco
in tenuta da combattimento
301 Ivi, foglio 34761 di Bernasconi del 20/5/1941.
302 Ibidem.
303 Ivi, foglio 36449 di Bernasconi del 4/7/1941.

