Page 275 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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GUERRA FREDDA 275
Modello 33 postbellico
Terminata la guerra, con gradualità le Forze Armate nazionali, sebbene il corredo rimanesse
per larga parte di derivazione alleata, tornarono a indossare l’elmetto modello 33. Nonostante le
lamentate deficienze al fronte, alcuni magazzini ne erano ancora provvisti, sia nella versione già
assemblata sia in componenti stoccate in attesa di utilizzazione. Sarà una
grottesca scoperta sapere alla fine di una guerra perduta, che le au-
torità competenti avevano lasciato un’ampia riserva di vestiti
e materiali, dimenticati chissà dove, una volta concluso
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l’armistizio. Di conseguenza, almeno per il momento,
non fu necessaria una nuova produzione del copricapo
metallico, avendo ancora da «consumare» un numero
considerevole di pezzi bellici.
Elmetto modello 1916 con un insolito
fregio di fanteria di epoca repubblicana,
in uso alla fine degli anni Quaranta.
All’interno della granata è inserita una non
meglio precisata “G”, probabilmente del
Reggimento fanteria guardie.
(collezione Vitetti)
Disegno per la nuova versione
dell’elmetto modello 33
460 Una volta adottato il cachi come tenuta regolamentare, dalla fine degli anni Quaranta sarebbe stata consuetudi-
ne dei Ministeri militari dismettere tonnellate di stoffa o indumenti finiti della tonalità grigio-verde al mercato
civile o a quello degli stracci da riciclare.

