Page 279 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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GUERRA FREDDA 279
Banda del 1° reggimento Granatieri di Sardegna, nella seconda metà degli anni Cinquanta.
Nel tondino del fregio è inserito ancora l’identificativo del reggimento, come nella normativa prebellica
Risolti questi particolari di ordine formale, si passò quindi allo studio di un nuovo modello,
identico nell’aspetto generale, ma che beneficiasse dei nuovi ritrovati in fatto di materiali e pre-
stazioni. In questo la guerra molto aveva insegnato, soprattutto a fronte della massa potenziale
offerta dall’industria nord-americana, che aveva creato un laboratorio in fatto di indumenti ed
equipaggiamenti militari. A decorrere circa dalla metà degli anni Cinquanta primo vistoso mu-
tamento fu l’introduzione di un nuovo soggolo beige e del relativo aggancio. Si partiva da una
sperimentazione della canapa in alcuni modelli autarchici dei mesi di guerra. Le due parti in
cuoio, divenute deperibili alle condizioni atmosferiche e all’uso prolungato, vennero sostituite
da un’unica e lunga fettuccia di canapa con una trama «a lisca di pesce», regolabile tramite
una fibbia metallica scorrevole. Nei decenni a seguire venne quindi prodotta una serie di questi
soggoli con tonalità diverse, tendenzialmente sempre più scure. Si arrivò a raggiungere infine
il verde oliva, simile alla cromia introdotta alla metà degli anni Settanta nelle tute da combat-
timento e nei relativi copricapi metallici. La fettuccia era di larghezza maggiore, circa 26 mm,
rispetto alla precedente in cuoio. Per questo motivo, mantenendo invariata l’ampiezza della la-
strina di fissaggio all’armatura metallica, il nuovo anello reggisoggolo fu di forma trapeziodale,
così da conciliare le due misure. E’ ipotizzabile che questa ultima variazione sia stata avviata
in contemporanea all’introduzione della fettuccia di canapa; tuttavia quest’ultima in molti casi
venne ripiegata su se stessa, per passare ancora nell’anello di epoca bellica di forma rettango-
lare.
Altro formale mutamento riguardò la cuffia di cuoio. Rimasta invariata nelle sue linee es-
senziali, la nuova imbottitura di colore giallo venne trattata con la cera, visto che la precedente
pelle conciata risultava nociva per chi la indossava. Venne confermata la cucitura a “Z” e l’uso
massiccio degli anelli salvabuco, per il foro superiore alle lingue, in cui passava il legaccio di

