Page 310 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                   Versione bianca del modello 33 con insegne laterali da tenente di vascello  (collezione dell’Autore)





















                 Versione rossa (squadra antincendi) e differenti ancore della Marina Militare (collezione dell’Autore)


                  Del San Marco, dopo il regolamento del 1936, non si parlò più nei regolamenti, ma in singoli
               dispositivi normativi. Molto spesso tali atti si limitavano a un mero elenco di capi di corredo,
               che venivano distribuiti al personale dei reparti speciali da parte delle Direzioni di commis-
               sariato. Non figurando in essi mai l’elmetto, per la sua veste di arma difensiva, il documento
               invece più importante e interessante fu una pubblicazione «per uso interno», edita dal comando
               del Battaglione a Brindisi dal titolo Raccolta delle uniformi tipiche del Battaglione San Marco.
               L’unica tenuta che annoverava l’elmetto metallico (con il cappuccio mimetico e retina) fu l’u-
               niforme da sbarco (U.S.), sia per la versione da ufficiali e sottufficiali sia quella per sottocapi e
               comuni.
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                  Infine gli arditi incursori portavano l’elmetto modello 42/60 con la divisa da combattimen-
               to.  Galuppini ebbe a commentare che le uniformi dei reparti speciali della Marina non erano
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               menzionate nei regolamenti di Forza Armata, perché di fatto le tenute erano quelle mutuate
               dall’Esercito. 480







               478 G. Galuppini, op. cit., Volume II (1919-1995), pp. 249-260.
               479 Ibidem, p. 270.
               480 Ibidem.
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