Page 353 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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Ringraziamenti
uesta ricerca trae origine da molto lontano. Probabilmente sin dal 22 giugno 1986,
quando mio nonno Renato, aviatore e volontario di guerra in Etiopia e in Spagna, mi
Q introdusse bambino alla passione per la militaria, facendomi visitare il Museo dell’A-
eronautica Militare a Vigna di Valle. Sono passati quasi trent’anni e la mia attrazione per le
uniformi è aumentata mese dopo mese, conoscendo molte altre persone affette da questa strana
patologia, a cui sono quindi debitore, per aver ricevuto materiale, informazioni e suggerimenti.
L’idea del libro è frutto dell’esperienza maturata all’interno del Museo virtuale dell’elmetto
Stalingrad43.org e dell’affiatato gruppo di collezionisti romani, capitanato da Roberto Pier-
gentili e formato (oltre al sottoscritto) da Fabrizio Frassica, Valerio Schiavilla, Marco Rossi,
Simone Martucci, Claudio Petrucci, Pietro Carullo oltre al fiorentino Luca Pacini Bonfà. Sono
loro che mi hanno spronato, come storico del gruppo, perché ci fosse un volume del genere, in
un mondo collezionistico dove spesso si dice tutto e il suo contrario, per tornaconto o sempli-
cemente per mera ignoranza.
Ringraziati loro, devo poi alla cosiddetta Scuola romana di storia militare il metodo per ra-
gionare in termini scientifici, con la necessaria cognizione di causa, comparando i documenti ai
relativi cimeli. Grande stima va quindi agli amici e maestri Stefano Ales (che mi ha conosciuto
acerbo collezionista, mi ha nominato suo attendente e mi ha insegnato il mestiere di storico
militare), Andrea Viotti, Piero Crociani, il colonnello Maurizio Lucarelli e il generale Massimo
Coltrinari.
Discorso simile lo rivolgo al fraterno amico tenente colonnello Franco Di Santo, la cui pre-
parazione professionale è inferiore solo alla sua saggezza e all’eclettica competenza verso la
cultura militare, nel senso più alto del suo significato. Stessa considerazione vale per il tenente
colonnello Lorenzo Guani, ufficiale dalle rare qualità umane e professionali, comandante di
compagnia al tempo della mia nomina a sottotenente di complemento presso il 157° Reggimen-
to di fanteria Liguria.
Prima degli altri ringraziamenti, una menzione speciale va al capitano Gerardo Severino,
direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza, e al colonnello Filippo Cappellano, capo
sezione dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. La loro passione
per il proprio lavoro travalica qualsiasi ruolo comandato; la relativa competenza è dimostrata
dalla qualità (oltre che dalla quantità) delle pubblicazioni da loro prodotte.
Sono grato quindi a tutti coloro (enti e persone) che hanno voluto contribuire in qualche
modo a questa ricerca:
- il colonnello Matteo Paesano e il comandante Fabio Serra dell’Ufficio Storico dello Stato
Maggiore della Difesa;
- il conte, maggiore Ernesto Vitetti del Sovrano Militare Ordine di Malta;
- il colonnello Ettore Calzolari del Corpo militare della Croce Rossa Italiana;
- i tenenti Rossano Gagliardi, Claudio Antonelli, Nicola Leone e Luigi Germini, miei compa-
gni di corso AUC alla Scuola di fanteria di Cesano;
- i collezionisti Andrea Proia e Umberto Pappini;
- gli storici militari Andrea Rebora e Luca Guglielmetti;

