Page 75 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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PRIMA GUERRA MONDIALE                                      75


























               Adrian 15 della R. Guardia di Finanza, il cui fregio dipin-  Elmetto modello 16 con l’elaborato fregio per
               to riprende il modello 1892 per bombetta (MSGdF)           carabinieri (Calendario CC del 1974)


                  Fino ad allora privi, nonostante un intenso impegno bellico, solo nel gennaio del 1917 fu
               adottato l’elmetto anche per i carabinieri. Ne vennero dotati solo i militari dislocati sulla prima
               linea del fronte, nel raggio d’azione del tiro efficace nemico. In questo caso vi fu però la varian-
               te del distintivo, rispetto alle altre armi dell’Esercito. Per volontà del Comando Supremo il fre-
               gio non venne dipinto, seguendo probabilmente ragioni marziali (o dimenticanza normativa),
               visto che l’Arma effettuava il ruolo di polizia militare. Il segno distintivo fu dunque in rilievo,
               più vicino a quello del tradizionale cappello d’arma, ma di fatto dello stesso colore dell’elmetto:
               granata caricata sul tradizionale cappietto a U allungata (detto ganza) con la coccarda tricolore
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               del diametro di cm 5 tra gli altri due elementi.  Data la particolare laboriosità del fregio, non
               fosse altro perché il cappietto andava inserito dentro al bordo anteriore del crestino, l’assem-
               blaggio del fregio era operazione seriale, probabilmente della stessa società Moneta. A riprova
               di ciò, esistono dei documenti d’archivio, che certificano forniture ad hoc per i reparti mobi-
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               litati dei carabinieri.  Sempre per l’Arma interessante menzionare un altro particolare tipico,
               se comparato con quanto operato dall’omologo corpo della Gendarmerie. Infatti, nonostante
               la prescrizione dell’uso esclusivo per i carabinieri in prima linea, quando arrivarono in Italia
               alcuni contingenti francesi, venne fatta un’eccezione. Per uniformità con i colleghi gendarmi e
               per riconoscibilità da parte dei militari transalpini stessi, il Comando Supremo dispose anche in
               questo caso per i carabinieri l’uso dell’elmetto, quando prestavano servizio nella «Zona propria
               dell’Armata Francese». Tuttavia, con il passare del tempo l’appetito divenne fame; a quel punto
               furono i carabinieri stessi a chiedere di poter continuare a indossare l’elmetto, una volta che la
               promiscuità dei fronti aveva superato la necessità di concentrare le truppe francesi in una sola
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               zona operativa.  La risposta dello Stato Maggiore della 6ª Armata fu negativa, adducendo un
               criterio di uniformità a quel punto con i propri colleghi operanti presso i reparti britannici, in
               cui «gli agenti di polizia inglesi, a differenza di quelli francesi, fanno uso dell’elmetto metallico
               solo quando prestano servizio nella prima linea». 133


               130 AUSSME, F2, b. 13, circolare n. 1190 del 17/1/1917 di Porro.
               131 A. Spanghero, L’elmo con la coccarda. L’elmetto dei Carabinieri Reali nella Grande guerra, in «Uniformi &
                   Armi», n. 199, gennaio 2013, pp. 18-23.
               132 AUSSME, F1, b. 243, f. 3, foglio del 6/5/1918 del comandante CC presso le truppe francesi.
               133 Ivi, foglio del 20/5/1918 dello Stato Maggiore del comando della 6ª Armata.
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