Page 275 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                      POMPILIO SCHIARINI *



                      LA CAMPAGNA DEL 1866









                         Dopo quarant’anni, trascorsi in mare e in terra fra lotte, pericoli, fatiche,
                      disagi che avrebbero logorato ogni altra fibra, Garibaldi andava «declinando
                      in età». Così ebbe a dire egli stesso, dal terrazzo di un albergo in Lecco, alla
                      moltitudine dei volontari stipati giù nella piazza che lo ascoltavano con mi-
                      stico fervore.
                         Fisicamente - ma solo fisicamente - gli anni, l’artrite che lo tormentava
                      spesso, i postumi della ferita d’Aspromonte, avevano in parte diminuita quel-
                      la sua straordinaria attività, che a Calatafimi, a Milazzo, al Volturno gli ave-
                      va consentito di tutto vedere e dirigere e di animare - capo e combattente -
                      con quel suo fascino quasi sovrumano, le improvvisate schiere. Ma vigoroso
                      come prima rimaneva il chiaro intelletto, indomito il coraggio ed il calmo e
                      quasi incosciente sprezzo del pericolo; ferma ed incrollabile la fede.
                         Con quella grandezza d’animo che, nei momenti solenni, sapeva metterlo
                      al di sopra dei piccoli dissensi politici e delle misere competizioni di parte e
                      che concorre ad elevare sempre più alta la sua figura nel quadro della storia,
                      egli già dittatore in un Regno e comandante in capo, accettò «con vera grati-
                      tudine le disposizioni emanate da S.M... riconoscente alla fiducia in me ripo-



                      * Pompilio Schiarirli (Cortona, 1855 - Roma, 1935) iniziò la carriera militare nel 1877 come sempli-
                      ce bersagliere, fu poi sergente nella stessa specialità. Frequentò in seguito la Scuola Militare di Modena
                      e ne uscì sottotenente nel 1882. Partecipò poi alle operazioni in Eritrea nel 1885-87 e nel 1896. Da
                      capitano, fu assegnato all'Ufficio Storico del Comando del Corpo di S.M. ove prestò servizio dal 1903
                      al 1905, allorché fu trasferito nella riserva per aver raggiunto i limiti di età. Negli anni successivi scris-
                      se alcuni saggi di storia militare, fra i quali è notevole I Mille nell'Esercito, Roma, 1911, e collaborò a
                      numerosi periodici, come  Nuova Antologia, Rivista Militare Italiana e Rassegna Contemporanea.
                      Richiamato in servizio durante la prima guerra mondiale, fu assegnato a diversi comandi con compiti
                      di particolare responsabilità. Colonnello alla fine del conflitto, ottenne nel dopoguerra la promozione
                      a brigadiere generale per meriti eccezionali e riprese l'attività di scrittore, pubblicando, fra l'altro, i volu-
                      mi L'Armata del Trentino 1915-1919, Milano, 1926, e L'offensiva austriaca nel Trentino, Roma, 1929.
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