Page 347 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Cenni sui Criteri di gestione doCumentaria nel regio eserCito      347


               driglie aviatorie», poi elevate a voci di primo livello nello schema di classifica-
               zione del comando d’artiglieria di settore in zona di guerra.
                  Sul nuovo titolario Curti non propone particolari spunti di analisi, notando
               solo che, rispetto a quello del comando raggruppamento d’artiglierie d’assedio,
               corregge  il  precedente  errore  «dell’indeterminatezza»  riposizionando  le  classi
               prima incardinate nel titolo VI («Diverse ed estranee»), nella loro «naturale sede
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               e sotto omogenea classificazione» .
                  Più  interessanti  le  considerazioni  di  Casanova  per  il  quale,  la  sola  lettura
               dell’ultimo titolario «dice a sufficienza la profonda trasformazione fatta subire a
               quegli archivi dal semplice modo d’impostarne l’ordinamento e l’impressione
               fatta  sulla  intelligenza  del  Comando,  che  non  lo  ritenne  più  vile  materia  da
               abbandonare alla trascuranza di bassi piantoni ma elaborazione degna di ufficia-
               li e del corpo al quale appartenevano». Anzi, lo propone come esempio da segui-
               re  per  tutta  l’istituzione  militare  per  migliorare,  con  una  più  attenta  gestione
               documentaria, anche l’azione amministrativa; per garantire ai cittadini l’integrità
               delle  pratiche  che  li  riguardano,  come  quelle  conservate  dai  distretti  militari,
               spesso oggetto di perdite e dispersioni; e, infine, «per superare il curioso sistema
               di vedere invitati a compilare il proprio stato di servizio, o a completarne i dati,
               coloro stessi cui possano giovare o lo richiedano», rimarcando, così, la visione
               degli archivi come mezzi per riconoscere e realizzare i diritti individuali.































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                  Al termine del saggio Curti afferma che i miglioramenti introdotti da Galli nel suo secondo
                  titolario erano anche merito suo («egli ha seguito i miei consigli epistolari e verbali»).
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