Page 457 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito 457
2. Il Museo storico dei Bersaglieri
Nel 1887 il gen. Edoardo Testafochi, ispettore dei Bersaglieri, ebbe per primo
l’idea di raccogliere documenti e cimeli legati alle vicende del Corpo dalle sue
origini fino al 1890. Nel 1895, allorché veniva decisa l’abolizione dell’Ispettora-
to del Corpo dei bersaglieri, il gen. Bruto Bruti, succeduto a Testafochi nella
carica di ispettore, otteneva dal Ministero della guerra il permesso di consegnare
al comandante del 3° Reggimento Bersaglieri, stanziato a Roma, tutto il materia-
le raccolto a cura dello stesso Ispettorato e composto da documenti, cimeli e
fotografie illustranti le gesta dei Bersaglieri. Si formava, così, il nucleo originario
del successivo Museo storico dei Bersaglieri che, grazie anche all’impegno del
col. Giovanni Butturini, comandante del 3° Reggimento Bersaglieri dal 1902 al
1907, si inaugurava ufficialmente nel giugno 1904 presso alcuni locali della
Caserma La Marmora situata nel quartiere romano di Trastevere.
Con regio decreto del maggio 1909, il Museo storico dei Bersaglieri veniva
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costituito formalmente come ente di fatto e in ottobre, con decreto ministeriale,
se ne approvava lo statuto. Con questo atto, il Museo veniva dichiarato dipenden-
te dal Ministero della guerra e, per esso, dal comandante del IX Corpo d’armata;
si definiva la sua funzione principale, ovvero la custodia delle medaglie al valo-
re assegnate, o che sarebbero state assegnate, ai singoli reparti del Corpo, dei
«preziosi cimeli» e della biblioteca. Oltre a ciò, si stabiliva che la direzione e
l’amministrazione dell’ente dovevano essere affidate a un consiglio direttivo,
composto da 7 membri, nominati dal Ministero della guerra e provenienti dal
Corpo dei bersaglieri, cui venivano attribuiti i compiti di elaborare il regolamen-
to interno del Museo e di raccogliere ed esporre «convenientemente i vari ele-
menti della storia del Corpo, quali (…) trofei di guerra, medaglieri, quadri,
fotografie, documenti, autografi e quant’altro si [riferisse] alle onorande vicende
di guerra e di servizio dei reparti e degli individui».
Negli anni successivi la direzione del Museo, rilevato il bisogno di provvede-
re alla costruzione di una apposita sede che consentisse una adeguata conserva-
zione e sistemazione dei cimeli e dei documenti del Corpo, accresciutisi in
seguito alla guerra di Libia e alla Prima guerra mondiale, si rivolgeva al Comune
di Roma per chiedere la cessione di un’area nei pressi della caserma La Marmo-
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Con lo stesso regio decreto Vittorio Emanuele III aveva commutato in medaglia d’oro
al valor militare la menzione onorevole concessa al 7° Battaglione dei Bersaglieri per la
condotta tenuta nel corso della guerra del 1859 (attacco di Palestro del 20 maggio 1859
e battaglia del giorno successivo) e in medaglie d’argento al valor militare le menzioni
onorevoli concesse al 23° e al 25° Battaglione Bersaglieri per la condotta tenuta nel corso
della guerra del 1866 (attacco del Castello di Borgo del 23 luglio 1866, presa di Borgo e
Levico).

