Page 459 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito  459


               la perdita della concessione. Per tentare di risolvere la questione, con regio decre-
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               to del dicembre 1929, si decideva di sciogliere il Consiglio d’amministrazione
               e di nominare un commissario straordinario che assumeva, temporaneamente, le
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               funzioni del disciolto Consiglio .
                  Nonostante  queste  difficoltà  la  Direzione  del  Museo  cercò  di  garantire  un
               minimo di attività permettendo, sia pure con alcune limitazioni, l’accesso del
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               pubblico al settore espositivo; collaborando a mostre ; partecipando a comme-
               morazioni; organizzando gare sportive per avvicinarsi alla popolazione; conti-
               nuando l’opera di ricerca e di sistemazione della documentazione, specie quella
               sulla Prima guerra mondiale al fine di scrivere una storia dei reparti Bersaglieri
               per gli anni 1915-1918; curando, dal 1931, l’edizione del calendario storico dei
               Bersaglieri, compito ereditato dall’Ispettorato truppe celeri .
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                  Dopo un progetto del 1930, quasi subito abbandonato, finalizzato alla collo-
               cazione del Museo presso Castel Sant’Angelo, la soluzione definitiva della sede
               si ebbe solo nel 1932, quando veniva restituito al Governatorato di Roma il ter-
               reno inizialmente donato per la costruzione del Museo; Governatorato che, con
               deliberazione del 21 mag. 1932, n. 3326, decideva contestualmente di cedere
               all’ente, in uso temporaneo indeterminato, i locali di Porta Pia a Roma, sede
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               storica e storicamente legata alle vicende del Corpo dei bersaglieri .
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                  Dopo  l’inaugurazione  della  nuova  sede,  avvenuta  il  18  settembre  1932 ,
               venivano approvate ulteriori norme relative al funzionamento del Museo che,
               sostanzialmente, non alteravano le finalità e i compiti dell’ente come emerge
               dall’analisi del r.d. 12 ott. 1933, n. 1510 (modifica art. 12 dello statuto), del r.d.
               28  lug.  1939,  n.  1421  (abolizione  della  carica  di  commissario  straordinario  e
               approvazione del nuovo statuto) e del r.d. 12 gen. 1942, n. 89 (sostituzione degli
               artt. 5-7 dello statuto).



               207   Questo perché all’interno del Consiglio erano sorte alcune divergenze che riguardavano
                  essenzialmente la predisposizione dei mezzi finanziari per la costruzione della nuova sede
                  e che avevano portato anche alla dimissione di uno dei suoi membri.
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                   Come commissario straordinario del Museo veniva nominato il gen. Giuseppe Cassinis,
                  poi sostituito, nel maggio 1930, dal gen. Angelo Martinengo di Villagana.
               209   Ad  esempio,  nel  1927  veniva  inviato  materiale  del  Museo  all’Esposizione  sabauda,
                  organizzata presso il Castello del Valentino di Torino in occasione della ricorrenza del IV
                  centenario della nascita di Emanuele Filiberto duca di Savoia.
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                   Interrotta già nel 1935 per problemi economici.
               211   I locali, ubicati nei pressi della storica breccia e compresi nello stabile costituente l’arco
                  di Porta Pia, erano stati, fino a quel momento, affittati alla Prefettura di Roma e usati dai
                  Carabinieri come caserma.
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                   Lo stesso giorno veniva anche inaugurato, nella piazza antistante ai locali di Porta Pia, il
                  monumento al bersagliere.
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