Page 463 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 463
La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito 463
rinvigoriscono sotto il benefico influsso dell’esempio, che insegna come si com-
pirono atti di generosità e di virtù mirabili, come tali atti onorinsi, dalle memori e
grate Patria ed Umanità. | Non sarebbe, per tale Arma [dei carabinieri], non solo
una giusta onoranza per chi fece, ma, di più, un poderoso stimolo ed insegnamen-
to per chi deve fare, la raccolta dei ricordi e delle memorie che ne costituiscono
la storia parlante, dal dì della sua istituzione sino ai presenti, non facili tempi?
Gorini si soffermava, poi, sulle motivazioni di carattere storico, morale, sociale
e psicologico che costituivano il fondamento per l’istituzione del Museo dei
Carabinieri, definito «scuola preziosa di esempi e di insegnamenti» e al quale
attribuiva una capacità unica di influenzare il personale e, specialmente, gli allie-
vi «perché l’educazione morale, il sentimento del dovere e della disciplina, la
devozione alla Patria, alle istituzioni, alla dinastia, [potevano] più efficacemente
trasmettersi e fissarsi nell’animo delle giovani reclute, raccolte da tante parti ed
allevate ad idee non sempre, purtroppo, sane e confortanti».
E, ancora, per dimostrare l’urgenza di giovarsi di tutte le influenze morali che
potevano mantenere e creare quella tempra caratteriale, necessaria agli apparte-
nenti all’Arma, vista la natura dei compiti affidati a quest’ultima, ricordava le
condizioni esistenziali dei carabinieri, il cui reclutamento, «difficilissimo», era
tratto essenzialmente dalle popolazioni rurali:
La mancanza di allettamenti sensibili materiali rialza il prestigio della giovane
recluta dell’Arma nostra, escludendone il carattere di mercenario volgare, ed ele-
vandola veramente a costituire il tipo ideale del soldato eletto, così per caratteri
fisici come per garanzie morali, nella massa dell’Esercito; ma una tale assoluta
condizione di fatto non può essere compresa subito né in tutto il suo valore, dalle
popolazioni poco colte, che sono la base del reclutamento. | Da quella cercata
recluta si esige ogni virtù, ogni abnegazione, ogni sacrificio. Essa dovrà sempre
considerarsi in servizio, non potrà fumare in pubblico, né mai dovrà abbandonare
il più austero contegno e la stessa severità negli atti e nelle movenze. | Dovrà
vegliare quando gli altri dormono, curare i feriti, confortare i condannati, calmare
i rancori e i dissidii, comporre le private contese. Nelle feste, nelle riunioni nume-
rose, dovrà vegliare, composta, immobile, con non interrotta attenzione, a prote-
zione dell’altrui gioia. | L’allievo divenuto carabiniere, non certo ricco, sarà
chiamato a tutelare la sicurezza, la casa, gli averi e le dovizie che probabilmente
egli mai possederà. Tutto ciò non è sempre lieto, ma egli dovrà serbare un severo
silenzio, né mai dalle sue labbra potrà sfuggire una voce di lamento, d’impazien-
za, di tedio. | (…), i carabinieri devono mantenersi come stranieri nelle località in
cui vivono, ad evitare e sfuggire le mille tentazioni che possono trarli a trasgredi-
re la rigida disciplina ed a dimenticare, sia pure per un istante, la loro missione
nobilmente severa, talora penosa, dolorosa, pericolosa quasi sempre. | Come
potrà, ai dì nostri, con tanto turbamento di pensieri e di passioni, formarsi ed

