Page 464 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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               educarsi un tale tipo d’uomo? | Quale nobile passione potrà animarlo? Quale fede
               avrà  ancora  la  potenza  di  conservargli  la  forte  costanza  nella  coscienza  e  nel
               rispetto al dovere?

            Pur riconoscendo che molto si poteva riformare nell’assetto sociale, «per render-
            lo armonico col prevalere ormai assoluto di nuovi e savi principî di equità bene-
            fica ed onesta», Gorini evidenziava i pericoli rappresentati, per lo stesso recluta-
            mento,  dal  pensiero  e  dall’azione  socialista  e  anarchica  che  diffondevano  un
            «erroneo, mal compreso, mistico e vago umanitarismo, ma uccide[vano] lo spi-
            rito di diretto sacrificio, di cui la società [aveva] tanto bisogno» e, ancora, impe-
            divano, alle «povere intelligenze», di comprendere che la soppressione dell’Eser-
            cito avrebbe significato la fine dell’«indipendenza nazionale e l’oligarchia sfre-
            nata di pochi apostoli ambiziosi ed in mala fede» .
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               In considerazione di tale contesto socio-politico, la questione attinente alla
            formazione della «coscienza di un soldato che rispond[eva] all’ardua missione
            del  carabiniere»  non  poteva  più  trovare  valida  e  sufficiente  risposta  nel-
            l’«insegnamento  delle  militari  discipline  unite  alle  particolari,  saggie  ed  utili
            istruzioni»  e  unico  strumento  di  qualche  efficacia  poteva  essere  il  progettato
            museo:

               Perché si serbino questi esseri [i carabinieri] incontaminati dagli errori e dalle
               passioni della lotta di classe, perché se ne possano ancora raccogliere quanti ne
               occorrono, bisogna contrapporre ai tristi semi di odio e di insofferenza d’ogni
               autorità,  che  si  vanno  diffondendo  nelle  anime  popolari,  la  educazione  calda,
               solenne del sentimento del dovere: di quel dovere che è il concorso che ogni cit-
               tadino presta alla Patria, ai suoi simili, a tutte le classi sociali riunite in una Nazio-
               ne. Quindi è che gli esempi parlanti con immagini, con rappresentazioni vive di
               fatti,  affermanti  una  luminosa  successione  di  atti  di  abnegazione  generosa,  di
               devozione illimitata ai santi principii su cui la Nazione si fonda, di rassegnazione
               fortemente conscia e voluta, di coraggio spinto fino al disprezzo d’ogni evidente
               pericolo spesso della stessa morte; tali esempi che colpiscono più che ogni parola
               devono essere proposti e additati a quegli animi giovanili, sicché ne dominino, ne
               risveglino, ne risanino le poderose forze morali, e valgano a supplire la deficiente
               coltura traviata, ed a combattere le bieche influenze, che di tale deficienza sini-
               stramente si giovano. | Si deve opporre propaganda a propaganda; ma informando
               l’azione difensiva ai più alti, ai più nobili e puri principî di rettitudine, di giustizia,
               di vera bontà, ed applicando tale azione difensiva alla mente, allo spirito, al cuore




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                Ricordiamo che nel settembre del 1904, anno di elaborazione del testo, si svolgeva, in
               Italia, il primo sciopero generale. Cfr., ad esempio, G. ProCaCCi, la lotta di classe in italia
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               agli inizi del secolo XX, Roma, Editori Riuniti, 1978  (Biblioteca di storia, 28).
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