Page 468 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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            di  studiare  come  traslocare  il  Museo  a  Brescia  dato  che  l’istituenda  Guardia
            repubblicana riteneva di essere la sostituta del Comando generale dell’Arma dei
            carabinieri nella funzione di tutela del Museo. A tale progetto si oppose Boella,
            ad esempio sostenendo e sottolineando con forza tutte le difficoltà e i pericoli,
            per la preservazione del patrimonio, di un eventuale spostamento del materiale.
            Le cose rimanevano sospese e ferme fino a che la situazione si risolveva con la
            liberazione di Roma. Così, il Museo poteva essere salvato nella sua integrità e
            l’unica perdita furono alcune centinaia di copie dei diari storici dei reparti mobi-
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            litati dell’Arma nel corso del Secondo conflitto mondiale , inviati dal Comando
            generale dell’Arma, a fini conservativi, all’archivio storico del Museo e distrutti
            nel corso della requisizione della Caserma della Legione allievi Carabinieri da
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            parte delle truppe tedesche .
               Nell’aprile del 1945 veniva nominato un commissario straordinario e si deci-
            deva  di  affidare  tale  incarico  al  gen.  Boella;  nomina  revocata  già  nell’agosto
            successivo. Infine, con decreto del Ministero della guerra 10 nov. 1945, n. 207,
            si ricostituiva il Consiglio amministrativo, presieduto sempre dal gen. Boella,
            che riprendeva le sue attività nel dicembre dello stesso anno.
               Dalla sua costituzione il Museo ha acquisito materiale documentario, soprat-
            tutto di carattere tecnico-operativo, relativo alla storia dell’Arma dei carabinieri,
            alla  sua  partecipazione  a  fatti  d’armi,  dalle  guerre  risorgimentali  fino  ai  due
            conflitti mondiali, alla sua attività come polizia militare, politica e giudiziaria e
            in servizi speciali compiuti in Italia e all’estero. Per un’idea dei nuclei documen-
            tari conservati presentiamo alcuni dati sommari, acquisiti nel 2001 e che, ancora
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            una volta, non riguardano le carte esposte nelle sale dell’istituto .



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                Si ricorda che per disposizioni regolamentari gli originali dei diari storici dei reparti mobi-
               litati di tutte le armi e le specialità dell’Esercito dovevano essere versati all’Ufficio storico
               dello Stato maggiore dell’Esercito.
            226   Il  Museo  aveva  ottenuto,  presso  la  Caserma  della  Legione,  un  locale  per  depositare,
               temporaneamente,  parte  del  suo  materiale,  poiché  la  sede  di  piazza  del  Risorgimento
               aveva carenze di spazi.
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                Con il d.p.r. 20 set. 1955, n. 1144, oltre alla modifica della denominazione dell’istituto in
               Museo storico dell’Arma dei carabinieri, veniva stabilita la sua dipendenza, per il tramite
               del  Comando  generale  dell’Arma,  dal  Ministero  della  difesa  (Servizi  per  l’Esercito)
               e approvato un nuovo statuto che riconfermava i tradizionali compiti e servizi affidati
               al  Museo  fin  dalle  sue  origini.  Nel  dicembre  1997,  il  Comando  generale  dell’Arma
               dichiarava che, a decorrere dal 1° gennaio 1998, la personalità giuridica del Museo doveva
               considerarsi estinta, in analogia con quanto disposto dal d.p.r. 28 giu. 1986, n. 526, che,
               rammentiamo,  aveva  estinto  la  personalità  giuridica  di  alcuni  musei  dell’Esercito.  Di
               conseguenza il Museo acquisiva la fisionomia di reparto, veniva inquadrato nel Comando
               generale dell’Arma dei carabinieri, sottoposto alle dirette dipendenze del vice comandante
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