Page 467 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito  467


               del Consiglio.
                  Il Museo poteva trarre i suoi mezzi di sostegno finanziario anche dal ricavato
               della vendita delle pubblicazioni di sua proprietà, di medaglie, francobolli, car-
               toline «illustranti le glorie e le tradizioni dell’Arma»; l’amministrazione di tali
               introiti era affidata al Consiglio che era autorizzato a spenderli per acquistare
               libri e materiale «in genere», cornici, scaffali e mobili per custodire la dotazione
               dell’ente, «mantenere» e riparare il materiale, eseguire lavori di miglioramento e
               manutenzione dei locali.
                  A salvaguardia del patrimonio custodito, si stabiliva che gli oggetti, i documenti,
               i cimeli e i manoscritti potevano essere fruiti e consultati ma non potevano essere
               «asportati» dalle sale del Museo, salvo casi eccezionali su cui decideva il presidente.
                  Sempre nel 1927, a partire dal mese di dicembre, era iniziato il trasferimento
               del materiale del Museo dalla Caserma della Legione allievi Carabinieri all’attua-
               le sede di piazza del Risorgimento, già utilizzata per la Scuola allievi ufficiali dei
               Carabinieri e inaugurata ufficialmente come sede dell’ente nel giugno 1937. Inol-
               tre, l’istituto aveva iniziato a pubblicare, a partire dall’aprile 1932, il «Bollettino
               notiziario del Museo storico dell’Arma dei carabinieri», strumento di divulgazio-
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               ne delle vicende storiche dell’Arma e di informazione sull’attività dell’ente ; a
               tenere, dall’aprile 1933, cicli di conferenze; a stampare, dal 1934, una serie di
               opere storiche sull’Arma che davano avvio alla sua attività editoriale.
                  Tra il 1930 e il 1943, le modifiche apportate allo statuto e al regolamento
               interno del Museo introducevano qualche variazione nei compiti e nell’organiz-
               zazione  dell’ente,  tra  cui  l’istituzione  dell’Ufficio  di  presidenza   cui  veniva
                                                                          223
               affidata la direzione del Museo; la creazione della figura del vice presidente; la
               costituzione, accanto all’archivio storico e alla biblioteca, dell’archivio fotogra-
               fico; l’accentuarsi della natura del Museo quale «depositario privilegiato» dei
               cimeli, documenti e ricordi sulla storia dell’Arma e il rafforzamento della finali-
               tà  «spirituale»  di  tale  materiale  da  cui  i  giovani  carabinieri  dovevano  trarre
               «ammaestramento per la loro elevazione morale» .
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                  Nei giorni della presenza tedesca a Roma, il Museo restava nella Capitale
               grazie all’opera del personale e del gen. Giuseppe Boella, direttore dell’istituto.
               Dopo il trasferimento al nord di ministeri e uffici, nel maggio 1944 un generale
               della Guardia nazionale repubblicana comunicava al gen. Boella di avere avuto
               l’incarico da Renato Ricci, ministro di Stato della RSI e comandante della GNR,



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                   La pubblicazione del «Bollettino» veniva interrotta nel giugno 1943, ripresa con il n. 27
                  del 20 dicembre 1947 e cessata definitivamente nel 1975.
               223   Abolito nel 1941.
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                   Cfr. r.d. 22 ago. 1930, n. 1322; r.d. 27 dic. 1937, n. 2436; r.d. 2 dic. 1941, n. 1594; foglio
                  d’ordini del Comando generale dell’Arma dei carabinieri reali 11 set. 1942, n. 26.
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