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Note Archivistiche 25
Portuense), all’interno del quale trovano posto non solo le circolari del Comando
Supremo ma anche altra documentazione riferibile tra l’altro alle piazzeforti e allo
scioglimento grandi unità.
Il 6 marzo del 1933 in un promemoria del maggiore capo dell’Archivio Luigi
Crescenzi per il colonnello capo dell’Ufficio Storico, costui affermava che il
carteggio della guerra Italo-Austriaca non era ancora nelle migliori condizioni, fatta
eccezione per i diari e gli allegati. Quando tale carteggio pervenne all’Archivio, “fu
fatta di esso una relazione e selezione sommaria e fu così sistemato per la maggior
parte in cartelle. Senza ordine di data e di materia (…)”. Una condizione che il
Crescenzi proponeva di risolvere con una “sistemazione definitiva, più rispondente
agli scopi dell’ufficio meglio idoneo per una buona conservazione. Occorre perciò
riordinare tutte le cartelle, sistemando il materiale in esse contenuto per ordine
di tempo e di materia. I documenti poi storicamente più importanti dovrebbero
essere rilegati in volumi, come bene fu praticato per il carteggio delle guerre del
Risorgimento”. Il lavoro di riordinamento per ordine d’importanza sarebbe dovuto
iniziare dal carteggio del Comando Supremo (G.M. carteggio segreteria del Capo di
Stato Maggiore - quello dei vari uffici operazione ecc.), “indi passare a quello delle
armate, C.A., divisioni, carteggio pervenuta da Vienna e Berlino ecc. ecc.”. Dopo
avere segnalato la necessità, per avviare la sistemazione delle carte, di un ulteriore
sottufficiale dattilografo “volenteroso e capace”, (oltre al personale già in seno
all’ufficio), aggiungeva anche l’esigenza di “assegnare all’archivio un piantone
fisso per il ritiro e rimessa nelle scaffalature delle cartelle che giornalmente vengono
consultate”, lo stesso avrebbe dovuto anche provvedere alla pulizia dell’archivio
“per evitare con grande vantaggio igienico, l’accumularsi della polvere, nelle
scaffalature e sulle cartelle che ammontano a ben 9000”.
Il 28 maggio del 1935 lo stesso Crescenzi sempre in un promemoria sulla
situazione dei lavori della Sezione Archivio, ribadiva che il carteggio necessitava
di una sistemazione atta alla “conservazione e consultazione dei documenti”,
soprattutto in relazione alle carte della 3^ Armata (B-2), insieme a quello versato
dalle missioni militari nel dopoguerra (attuale E-11), e a quelle “60 casse versate
di recente dall’addetto militare all’Ambasciata di Parigi”. Il Crescenzi infine,
riferendosi al Comando del Corpo di Stato Maggiore (Ufficio Operazione e Ufficio
P, Ufficio Informazioni) affermava che “ha già versato, e versa tutt’ora, carteggio
che non può essere accatastato in attesa di tempi migliori”.
Quale fosse la situazione degli archivi militari e la necessità di una loro corretta
conservazione era stata già affrontata da Eugenio Casanova nel 1928, il quale così
si esprimeva:
“Le norme per ordinare gli archivi militari non differiscono da quelle generali
(…) non ostanti le particolarità che presentano. Quindi non sarebbe neppure d’uopo
fermarvisi se non dovessimo rilevare che la pratica è invece tutt’altra e che la sola
scusa ai difetti, che a chiunque è facile riscontrarvi, può trovarsi negli organi de’