Page 16 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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d’idrogeno o un dirigibile ripieno d’elio, sotto quest’aspet-
               to, sono l’esatto equivalente aereo della barca o della nave.
               O, a voler essere ancora più precisi, del sommergibile, col
               quale condividono il trovarsi all’interno di un fluido piutto-
               sto che alla sua superficie e l’essere trascinati come lui dalle
               correnti, in questo caso i venti. Ma galleggiare sull’acqua o
               sull’aria non significa navigarvi, cioè muoversi a discrezio-
               ne in una direzione variandone la quota, essendo la stessa
               manifestazione  del  principio  di  Archimede:  in  entrambi
               i casi, infatti, tutti gli eventuali spostamenti sono causati
               esclusivamente da quelli delle masse circostanti.
                 Discorso ben diverso quando il sostentamento diventa
               dinamico, cioè scaturisce dal formarsi di una forza diretta
               verso l’alto, propriamente definita portanza, che consente
               a un mezzo più pesante del fluido che lo ospita di restare
               sulla sua superficie o, comunque, non alla sua base. Per le
               imbarcazioni è il caso degli aliscafi,  le cui tozze ali immer-
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               se, da una certa velocità in poi, forniscono un’adeguata
               portanza  che,  superato  il  peso  dell’intera  imbarcazione,
               le solleva sull’acqua. A questo punto termina il galleggia-
               mento dello scafo e si avvia il volo, sia pure quasi radente
               la cima delle onde. Comportamento identico anche negli
               aerei le cui ali, da una certa velocità in poi, determinano
               una portanza che li solleva da terra facendoli volare. In en-
               trambi i casi, la portanza deriva dalla maggiore pressione
               che si manifesta sulla faccia inferiore dell’ala rispetto alla
               superiore, determinando così la spinta verso l’alto che ne
               provoca l’innalzamento. E se le ali per l’acqua sono molto
               più corte di quelle per l’aria, la ragione va ricercata sol-
               tanto nelle due, altrettanto cospicue, differenze di densità.
                 Discorso sostanzialmente identico anche per gli elicotte-
               ri, le cui pale del rotore si comportano esattamente come
               altrettante ali, nelle quali però la velocità necessaria per at-
               tingere la portanza per sollevarsi da terra è data dalla loro
               rotazione. Alquanto diversa, invece, la portanza generata
               dalle ali battenti degli uccelli: queste con il loro vigoro-
               so movimento comprimono l’aria sottostante rarefacendo
               quella  sovrastante,  ottenendo  così  un’analoga  portanza.
               La ragione ultima va attribuita ai motori muscolari capaci
               di trazioni e contrazioni, ma non di rotazioni. Soluzione



               5  Per approfondimenti sull’argomento cfr. F. Russo, F. Russo, Te-
               chne, il ruolo trainante della cultura militare, età contemporanea,
               tomo I, Napoli 2014 pp. 142-43 e, più in dettaglio: S. CAlABrò,
               La passione dell’invenzione. Enrico Forlanini, ingegnere e aeronauta,
               Milano 2004.

               A fianco: le prove del primo aliscafo della marina militare canadese,
               l’HMCS Bras d’Or, 1963.





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