Page 23 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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CAPITOLO PRIMO



















               Vento e muscoli

                 Se parlare di volo per l’Antichità e per il Medioevo è sen-
               za dubbio eccessivo, non vuol dire però negare ogni tenta-
               tivo, più o meno riuscito, di sollevarsi o di librarsi nell’aria,
               tant’è che di episodi del genere se ne contano molteplici,
               anche restando ai soli di cui ci siano pervenute menzioni.
               Come accennato, queste si succedono, ambientate in varie
               parti del Pianeta a partire dall’età classica, sia nelle raffi-
               gurazioni che nelle cronache e nelle leggende in Oriente
               come in Occidente. Due i principi fisici alle loro spalle:
               sollevarsi con mezzi più leggeri dell’aria l’uno, librarsi con
               mezzi più pesanti l’altro. In altre parole galleggiarvi sopra
               passivamente  o  mantenersi  sopra  attivamente,  differenza
               vigente fra una mongolfiera e un aeroplano, come pure tra
               una zattera ed un aliscafo.
                 Squisitamente a posteriori è la supposizione per la quale il
               distacco da terra con un mezzo più pesante, richiedendo una
               sorgente  energetica  abbastanza  potente  -un  motore,  fosse
               perciò la più recente. Certamente fu subito chiaro che gli uc-
               celli assolvevano a tale stringente esigenza con i loro podero-
               si muscoli pettorali, ma con altrettanta evidenza le foglie che
               ne erano prive, e altrettanto più pesanti dell’aria, si sollevava-
               no lo stesso ad ogni folata di vento. Persino più significativa
               la constatazione che lo stesso avveniva pure, e senza vento,
               con le faville e le falde di cenere su di un rogo. Ovvia la con-
               clusione: un corpo più pesante si poteva sollevare da terra se
               vi fosse stata una forza ascensionale che lo avesse sospinto,
               vento o aria calda, come pure per un sasso l’impulso di una
               fionda: tutti sarebbero restati in aria però fintanto che quella
               spinta non si fosse esaurita. Innalzandosi le foglie e le faville
               più in alto e più a lungo del sasso, si tentò di imitarle.
                 In Cina furono presto recepite ambedue le estrinsecazio-
               ni sin dall’antichità, grazie alla disponibilità di ottima car-
               ta, che permise la realizzazione di ampie superfici alari (più   Nella pagina a fianco: l’Homo volans di Fausto Veranzio, XVI sec.
               note in seguito come aquiloni) sia d’involucri per aria calda.  Sopra: un lanterna volante cinese.



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