Page 27 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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su Creta tra il prudente compiacimento del padre, il teme-
rario entusiasmo del figlio e l’allibito stupore dei presenti.
Pochi istanti dopo, forse per una improvvisa caduta del
vento, forse per un errore di assetto, nel raccapriccio del
disgraziato genitore, Icaro piombò nel mare, senza più ri-
affiorare.
Una delle tante suggestive favole della mitologia greca,
questa, priva di ogni concretezza: curiosamente, però, se
ne incontra una molto simile anche in Giappone, sebbene
di quasi 24 secoli posteriore. In breve, un nobile samu-
rai, tal Minamoto Tametomo (1139-1170), fu condanna-
to all’esilio sull’inospitale isola di Harchijo, a sud-est del
Giappone. A rendere la pena ancor più intollerabile fu la
presenza del giovane figlio. Il disgraziato genitore, certa-
mente dotato di avanzate competenze culturali, volendo
sottrarre l’innocente giovane a quell’ingiusto castigo, co-
struì un aquilone gigante che riuscì, in questo caso senza
alcun incidente, a portarlo sulla terraferma.
Due leggende, anche se tanto divaricate nel tempo e
nello spazio, non costituiscono certamente una prova, ma
semplicemente una ricorrente diceria, un labile indizio
nella migliore delle ipotesi. Di certo, però, in Cina e in
Giappone gli aquiloni giganti, perfettamente in grado di
sollevare uno o due uomini, vantavano già all’epoca di Ta-
metomo una lunghissima e verificata tradizione. A partire
dal IV-III sec. a.C. la questione, pertanto, non ruota più
intorno all’esistenza di siffatti aquiloni capaci di sollevare
uno o due quintali di carico utile, ma su quando quel cari-
co si trasformò in un equipaggio!
I Cinesi, come accennato, dopo l’invenzione, o il per-
fezionamento degli aquiloni giganti, si erano subito inte-
ressati al loro sfruttamento militare. Ne avevano pertanto
migliorato le potenzialità ed accresciute le capacità di sol-
levamento. In diverse circostanze vennero utilizzati come quando a giungere dal cielo non erano rumorosi mortaret-
vettori per comunicazioni di vitale importanza tattica. Dal- ti ma agguerriti incursori. Stando ad alcune antiche fonti
la dinastia Song (960-1279) si iniziarono a costruire anche cinesi, la fortificazione di Coryo (718-1380) in Corea fu
aquiloni da bombardamento, facendogli trasportare cari- espugnata impiegando per la prima volta assaltatori volan-
che di polvere pirica. Li si armarono infatti abitualmente ti, ciascuno dei quali condotto sull’obiettivo da un aquilo-
con involucri pieni di polvere pirica e quattro grandi pe- ne. Dando per buona la notizia, sarebbe quello il debutto
tardi. Innalzati nell’aria si portavano fin sopra l’accampa- nella storia delle unità aviotrasportate.
mento dei nemici del momento, mentre una sorta di miccia Per rintracciare, però, dei riferimenti attendibili e cro-
interna costituita da una serpentina d’incenso si avvicinava nologicamente circostanziati in merito agli aquiloni giganti
lentamente alle cariche. All’istante prestabilito, che coin- con equipaggio a bordo, bisogna attendere il 1285 ed il
cideva col sorvolo a bassa quota del campo, l’esplosione Milione di Marco Polo: circa quest’ultimo va precisato che
avveniva in tutta la sua violenza e, poiché a quel tipo di
aquilone veniva data la connotazione di un corvo, furono Nella pagina a fianco: miniatura ritraente Wang Hu sul suo trono
definiti ‘Corvi del fuoco di Dio’ capaci di trasportare fino volante.
a 500 g di polvere ad oltre 300 m di distanza: la precisione Sopra: illustrazione del XVII sec. raffigurante Minamoto Tametomo,
era scarsa ma l’effetto terrifico enorme! E ancora maggiore durante la permanenza sull’isola di Harchijo
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