Page 143 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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Ma il clima dell’Isola ebbe effetti nefasti sul giovane so- incoronazione a re dell’Isola all’età di appena due anni, il
vrano, stroncandolo nell’arco di appena tre anni. Alla sua giorno di Pentecoste del 1198.
vedova e al neonato pervenne così in pesantissimo lascito Mai come in quel caso i desideri di Costanza trovarono
un Impero immediatamente sconvolto da un’irriducibile una perfetta rispondenza nella Curia romana, per la quale
anarchia. A peggiorare la situazione sopravvenne, a po- la Sicilia restava pur sempre un feudo del papa. Eliminare,
chi mesi di distanza, anche la scomparsa di Costanza. infatti, un imperatore germanico, discendente da una dina-
In quanto erede dell’Impero svevo, essendo il secondo stia notoriamente indocile, per trasformarlo in un modesto
della casata con tale nome, fu Federico II imperatore, in sovrano siciliano, sostanzialmente vassallo, rappresentava
quanto erede del regno normanno essendo invece il pri- un’allettante prospettiva. Pertanto, proprio nell’anno in cui
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mo, fu Federico I re di Sicilia. In quanto uomo, però, morì Costanza, il pontefice constatata la situazione di com-
era soltanto un piccolo orfano di appena quattro anni, pleta anarchia dell’Isola, nominò un collegio di quattro ve-
virtualmente a capo di un immenso ma agonizzante Sta- scovi per ristabilirvi un minimo di legalità. Nel frattempo in
to, senza nessuno che concretamente si prendesse cura di Germania nessuno più si ricordava dell’esistenza del piccolo
lui. La madre, intrisa di un profondo odio antigermanico, rampollo degli Staufen: illegittimamente la corona era stata
aveva tentato, in quei pochi anni, di tenere il figlio lon- presa da Filippo di Svevia (1177-1208), fratello di suo padre.
tano dallo scettro imperiale, reputando che il solo regno L’infanzia di Federico, ormai abbandonato a Palermo, da
di Sicilia l’avrebbe ampiamente appagato, facendoglielo quel momento, divenne tragica:
dimenticare senza alcun rimpianto. Si spiega così la sua
nel castello, nessuno sembrò più occuparsi del bambino; i beni
reali anzi furono così male amministrati, che egli si ritrovò let-
29 D. MACK SMITH, Storia della Sicilia medievale e moderna, Bari 1971, teralmente alla fame. I palermitani, mossi a pietà, si presero
pp. 67-84. cura di lui e lo nutrirono, chi per una settimana, chi per un
mese, a seconda delle possibi-
lità loro […]. Libero da ogni
sorveglianza, vagava pei vico-
li del mercato […][affollati] di
gente tutta presa dagli affari:
normanni italiani saraceni te-
deschi ebrei greci. Suoi mae-
stri, il mercato e i vicoli di Pa-
lermo: la vita stessa insomma
[…]. Secondo il diritto feuda-
le siciliano il re diveniva mag-
giorenne al compimento del
quattordicesimo anno d’età
[…][per cui] il 26 dicembre
del 1208 […] il papa depose
la tutela e da quel giorno Fe-
derico governò da solo. 30
Per una singolare coin-
cidenza pochi mesi prima,
nel giugno, suo zio Filippo
era stato ucciso a Bamber-
ga: oltre al trono di Sicilia il
30 E. KANTOROWICZ, Federico...,
cit., p. 2.
parte quarta - dai normanni agli svevi 13 9

