Page 195 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
P. 195

terreno, di circa 5x5 metri, è bucato da sottili feritoie for-
               temente strombate verso l’interno, analoghe a quelle delle
               sale, da cui era accessibile, senza disporre di alcuna comu-
               nicazione diretta con i vani sovrastanti; ad essi si accedeva
               solo dalle sale superiori e immettevano con una strettissima
               scala ricavata nel muro, alle coperture. Su ambedue i piani,
               sale e torri avevano delle latrine con un apposito cavedo
               per il prelievo dell’acqua dalle sottostanti cisterne, mentre
               la relativa colonna fecale sfociava a scivolo alla base esterna
               delle mura. Sempre al primo piano, ogni torre, su entrambi
               i lati non innestati alle cortine, disponeva di due finestre,
               anch’esse fortemente strombate e munite di battenti di le-
               gno e cancellata di ferro, raggiungibili mediante pochi sca-
               lini e dotate di sedute laterali. Ultima pertinenza di ognu-
               no di tali ambienti un grande camino dall’altissima cappa,
               ricercatezza che permette di cogliere il notevole comfort di
               quei castelli rispetto alla coeva edilizia abitativa che anco-
               ra ignorava il caminetto o lo aveva adottato in rari casi da
               pochissimi anni . Comfort, ovviamente, allora come oggi,
               finalizzato a eliminare lo stress dei soldati unicamente per
               migliorarne il servizio.
                  Circa la difesa passiva, le murature perimetrali non ec-
               cedono lo spessore di 1,80 metri, che saliva a circa 3 nelle
               torri, ostentanti un curioso impianto teso a sopprimere ogni
               settore defilato. Ogni torre quadrata fu innestata allo spigo-
               lo del recinto quadrato con le due facce esterne intere, non
               allineate alle facce coniugate delle torri adiacenti. In parti-
               colare, ruotando in senso antiorario a partire dalla torre a
               sinistra dell’ingresso, la sua faccia di levante parallela alla
               cortina sporge di circa 2 metri sulla contigua della seconda
               torre. Di questa, l’altra faccia intera – volta a nord – sporge
               sempre d’un paio di metri su quella coniugata della terza
               torre, la cui altra faccia di ponente sporge ugualmente sulla
               faccia coniugata della quarta torre, che sporge con la faccia
               meridionale sulla coniugata della prima. In tal modo ogni
               torre copre e protegge il piede di una faccia della succes-
               siva ed è protetta a sua volta dalla precedente. Il che già
               dimezza lo sviluppo complessivo dei settori defilati. A eli-
               minarlo quasi completamente un secondo e più avveniristi-
               co espediente, per l’epoca sicuramente enigmatico: le due
               torri poste ai lati del portale, erette sul versante meno ri-
               pido della collina e quindi sul fronte più esposto, avevano
               una singolare torsione della base fino all’altezza di circa 4-5
               metri, che ne mutava la pianta da quadra a trapezia. Una
               forte alterazione della verticalità che sembrerebbe ascri-


               A fianco: la torre n. 4 del castello: la modifica basamentale e, a fianco,
               la sporgenza della n. 3 sua protettrice.



                                                                parte quinta - i castelli federiciani e il controllo del territorio      19 1
   190   191   192   193   194   195   196   197   198   199   200