Page 190 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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to ai fianchi degli assedianti, fu definito tiro di fiancheggia-
mento. Ma se il fiancheggiamento frustrava l’accostamento
al piede delle cortine, non l’impediva dinanzi ai piedi delle
torri, che paradossalmente creavano così dei settori defilati,
risaputi e critici per la difesa. Ne derivò un costante impe-
gno, dall’età classica al Medioevo, a contrarli al massimo,
non essendo possibile sopprimerli completamente. La forti-
ficazione che più si avvicinò a tale ambìto traguardo fu un
piccolo castello federiciano di effimero impiego: quello di
San Felice a Cancello, detto anche del Matinale.
Dimenticato poco dopo la morte dell’ultimo giovanis-
simo erede degli Hohenstaufen, scampò alle abituali suc-
cessive riqualificazioni, ma non del tutto alla destinazione
di comoda cava di pietra. Conserva tuttavia nei suoi ruderi,
oltre alle connotazioni peculiari dell’architettura militare
sveva, anche alcune non vistose ma rivoluzionarie deroghe
alla sua rigida geometria. Si tratta dell’adozione d’una pla-
nimetria che, con lievi modifiche, estende la difesa di fian-
cheggiamento del castello dal coevo 65% del perimetro a
più dell’80%, esito già di ottimale rilevanza ostativa. Ma
la presenza di anomale murature sghembe alla base delle
torri – nel nostro grafico n° 1 e n° 4 – che a prima vista
possono sembrare errori di verticalità o d’impianto, a una
più attenta indagine si rivelano sofisticatissime quanto mi-
sconosciute modifiche, che portano il fiancheggiamento
quasi al 100%, traguardo che si otterrà con l’avvento del
bastione agli inizi del ‘500, ben tre secoli dopo! Quanto
al significato tattico dell’incremento, consisteva nel soppri-
mere intorno al castello, fin dove le balestre riuscivano a
tirare, qualunque area non battibile o defilata. In merito al
progettista del castello molti indizi sembrano ricondurlo al
conte Tommaso d’Aquino, genero di Federico II avendone
sposato la figlia Margherita, e zio dell’omonimo santo. I
suoi trascorsi militari gli accreditano la competenza tecni-
ca per farlo e la parentela con l’imperatore, l’autorità per
imporlo.
A quota 260, sul piccolo centro campano a pochi chi-
lometri da Caserta, incombe una severa massa geometri-
ca, prima e indubbia connotazione della matrice sveva del
castello. Si tratta del solito tetro prisma quadrilatero con
quattro tozze torri, anch’esse prismi quadrilateri, innestati
ai vertici del maggiore, più una quinta appena posteriore di
rinforzo a una posterla, in posizione asimmetrica sul lato di
A fianco: schema con i settori defilati di un castello tipo a quattro torri
quadrate; schema informatore del Castello di Cancello a settori defilati
ridotti.
Nelle pagine seguenti: vedute aeree del castello del Mattinale a San Fe-
lice a Cancello, Caserta.
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