Page 11 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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PrEsENtazIoNE


                  L’attenzione dedicata dalla storiografia italiana della Grande Guerra alle vicende belliche e alle
                  caratteristiche tecnologiche e industriali assunte dal conflitto, presenta ancora pochi riscontri in
                  alcuni settori più specifici, caratterizzati da elevate componenti tecniche. Tra queste, ad esempio,
                  si possono annoverare alcune attività di Intelligence e segnatamente quelle sui connessi strumen-
                  ti operativi, utilizzati nell’ambito del nostro Esercito durante il primo conflitto mondiale.
                  Già allora, la branca informativa assumeva una sempre maggiore importanza e subiva quindi una
                  profonda evoluzione, sviluppatasi attraverso fasi complesse e resa a volte difficile per le visioni
                  contrastanti sulle funzioni stesse del Servizio Informazioni. Questo tema trova adeguate risposte
                  nel presente volume, che ne offre un resoconto dettagliato ed espone tra l’altro, sulle basi di una
                  vasta documentazione archivistica, numerosi aspetti fino ad ora poco noti.
                  In  questo  ambito,  va  rilevato  che,  durante  il  conflitto,  operarono  in  Italia,  oltre  a  quello
                  dell’Esercito, altri organi informativi, tra i quali il Servizio Informazioni della Regia Marina,
                  distintosi tra l’altro in un’operazione di grande rilievo quale fu il famoso “colpo di zurigo”, con
                  la conseguente eliminazione, come si racconta brevemente nel libro, di una pericolosa rete di
                  spionaggio e sabotaggio austro ungarica attiva in Italia fino ai primi mesi del 1917. Delle altre
                  imprese di questo servizio durante la Grande Guerra sono rimaste purtroppo poche tracce archi-
                  vistiche.
                  Un altro aspetto rilevante, riferito ai mutamenti imposti dalle esigenze belliche alle branche
                  Intelligence degli eserciti contrapposti, riguarda l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche, molte
                  delle quali hanno determinato nel dopoguerra importanti applicazioni nel settore civile. Si pensi
                  ad esempio, all’impiego di microfoni nascosti per l’interrogatorio “indiretto” dei prigionieri o
                  alle riprese fotografiche dagli aerei e alle comunicazioni radio aereo-terra, ovvero ancora agli
                  sviluppi della chimica nel settore degli inchiostri simpatici.
                  Senza dubbio, una delle applicazioni più importanti sviluppatasi durante il conflitto mediante l’im-
                  piego di nuove tecnologie, può riscontrarsi nella Communication Intelligence, che ha sfruttato la
                  grande diffusione delle telecomunicazioni, per intercettare e interpretare i dispacci trasmessi me-
                  diante questo mezzo. Il tema, che costituisce la parte centrale del volume, non aveva ancora trovato
                  un adeguato spazio nella letteratura storiografica italiana, a differenza di quanto avvenuto in altri
                  Paesi partecipanti al conflitto negli opposti schieramenti e in particolare nel caso dell’Austria.
                  Era dunque opportuna un’analisi più approfondita della documentazione disponibile negli ar-
                  chivi delle Forze Armate italiane, unita a puntuali confronti con testimonianze anche di origine
                  austroungarica e soprattutto l’adozione di una visione unitaria e di un’interpretazione in chiave
                  moderna di quanto avvenuto in questo ambito, sul fronte italo austriaco.
                  Alcuni dei risultati ottenuti attraverso le ricerche alla base del presente volume possono consi-
                  derarsi inaspettati e non è certo questa la sede per rivelarli, lasciando al lettore il piacere della
                  scoperta. Tuttavia, voglio accennare brevemente al fatto che gli studi qui esposti danno, tra l’al-
                  tro, un quadro aggiornato sui cifrari dell’esercito italiano, riferito soprattutto alla vigilia e alle
                  fasi immediatamente successive alla dodicesima battaglia dell’Isonzo. Ciò permette di rivedere
                  un aspetto delle tesi sostenute dalla Commissione d’inchiesta su Caporetto, la quale attestò, con
                  un’analisi risultata poco approfondita, una presunta inferiorità italiana in questo campo, che in-
                  vece aveva acquisito ed espresso notevoli potenzialità.
                  Né tantomeno, si può non ricordare la collaborazione, documentata in alcuni passi del libro, tra
                  il reparto crittografico dell’Esercito e quello della Marina, per l’interpretazione delle comuni-
                  cazioni radiotelegrafiche cifrate della flotta navale austroungarica e dei sommergibili tedeschi
                  operanti nel Mediterraneo, evidenziando un importante approccio interforze.
                  Ritengo dunque, che quest’opera si collochi armonicamente tra altri importanti volumi dedica-




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