Page 353 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO TREDICESIMO
per la registrazione delle comuni-
cazioni radiotelegrafiche ad alta
velocità progettato e sperimentato
nell’aprile del 1917 dall’Ingegnere
Franco Magni, capo dell’Ufficio
RT di Codroipo.
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La più rilevante innovazione ve-
rificatasi nel settore delle teleco-
municazioni, durante la Grande
Guerra, si manifesta con la re-
alizzazione e produzione indu-
striale di valvole termoioniche
ad alto vuoto, utilizzate in misu-
ra sempre maggiore per realizza-
re ricevitori con alta sensibilità,
particolarmente adatti all’inter-
cettazione dei dispacci nemici e
13.5 Ricevitore Bardeloni (Museo del Genio, Roma) per aumentare la portata dei col-
legamenti specie tra aerei e terra.
Oltre a ricevitori di tipo francese, come il “triter”, è largamente diffuso nell’Esercito italiano il
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“Ricevitore Bardeloni”, a una valvola, progettato dall’omonimo Ufficiale del Genio e costruito
presso l’Officina del Genio di Roma che, con alcune modifiche, assume il nome di “Epuratore
Bardeloni” per indicare una maggiore resistenza a disturbi e interferenze (figura 13. 5).
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La disponibilità di valvole a vuoto spinto permette anche di implementare trasmettitori a onde
persistenti o continue (CW o Continuous Wave), con evidenti vantaggi rispetto ai tradizionali
spinterometri tra cui la limitazione della banda di frequenza impegnata e la possibilità di allo-
care un numero molto maggiore di trasmettitori nelle gamme disponibili, oltre alla riduzione
dell’assorbimento di energia e delle dimensioni dei trasmettitori. Un altro non secondario aspetto
positivo di questa innovazione è la difficoltà d’intercettazione, specie se il nemico non dispone di
idonei ricevitori e non è aduso a ricercare emissioni a onda continua. Le truppe britanniche giun-
te in Italia nel novembre del 1917 dispongono di stazioni da trincea a onda continua e, durante
gli ultimi due mesi del 1917, nella zona del fronte comandata dal Generale Conrad, gli Austriaci
intercettano un solo dispaccio britannico a fronte di 264 telegrammi cifrati francesi. 11
Nell’Esercito italiano, oltre ai citati trasmettitori da 100 W, atre stazioni a onde persistenti ven-
gono impiegati per le comunicazioni tra grandi unità. Il II Corpo d’Armata inviato a combattere
al fronte occidentale è dotato di trasmettitori telegrafici CW per le comunicazioni fino al livello
di Divisione e di stazioni a onde smorzate per ogni Comando di Brigata e di Reggimento. Nella
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figura 13.6, le linee e i rettangoli rossi rappresentano le connessioni radio con apparati del primo
tipo, mentre le linee azzurre si riferiscono a collegamenti a onde smorzate e infine quelle nere
alla TPS usata fino ai Comandi di Battaglione.
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Negli ultimi mesi di guerra si sperimentano anche al fronte italiano comunicazioni campali a
di relais. La registrazione in ricezione si effettua su un disco cerato usato anche da chi intercetta le comunicazioni.
8 Tenente Franco Magni, Nuovo dispositivo per registrazione automatica, Codroipo, 29 aprile 1917, ISCAG, Racc. 234.
9 Il nome di questo amplificatore a tre valvole deriva anche dalla possibilità d’impiego in telegrafia su filo, in radio tele-
grafia e in TPS.
10 Ambedue i dispositivi sono stati brevettati a nome dell’Ingegner Cesare Bardeloni. Si veda C. Bardeloni, La discrimina-
zione di segnali RT esercitata sopra uguali lunghezze d’onda, L’Elettrotecnica, 3 febbraio 1922, p. 79 - 84.
11 M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p. 27.
12 Colonnello Mario Caracciolo, Le truppe italiane in Francia, Mondadori, Milano 1929, p. 217 - 218.
13 ISCAG, Racc.242.
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